Il cambio di logo non basta. Semmai arriva a suggellare, visivamente, un cambiamento a 360° nell’approcciare un mercato. Vale per un brand di orologi come di moda: ben più difficile che partire da zero, dipingendo su tela bianca.
Nell’automotive, una delle Case che sta seguendo un riposizionamento importante è senza dubbio Peugeot. Ha una storia importante, che lo scorso anno è arrivata alla stagione n. 210: la società Peugeot Frères Aînés – prodroma di quella attuale – venne creata il 26 settembre 1810, come fonderia e laminatoio. Poi l’intuizione di Armand Peugeot nel trasformare uno dei laminatoi del suo impero in fabbrica di biciclette e successivamente di tricicli a motore, chiedendoli a Gottleb Daimler (esatto, proprio il pioniere dell’industria automobilistica tedesca) incontrato durante l’Expo 1889 a Parigi. La prima auto Peugeot nasceva l’anno seguente. Oltre due secoli di industria (anzi come dicono a Sochaux “di audacia, passione e innovazione”), 130 anni a costruire veicoli. “Il nostro è un marchio forgiato da creativi, ingegneri e designer, che hanno rivoluzionato le regole per ripensare gli standard della mobilità.– spiega Linda Jackson, nuovo Ceo nella ristrutturazione Stellantis – È grazie a questa unione di uomini e donne che il Leone rampante non ha mai smesso di reinventarsi e si è rafforzato negli anni per affrontare con serenità il futuro”.
Già, il Leone: è un logo recente, che alle origini era sopra una freccia a simboleggiare le tre qualità delle lame Peugeot, decantate dalla casa produttrice nel 1847: “Velocità di taglio, durezza dei denti e flessibilità della lama”. La freccia resisterà sino al 1948, con il debutto della 203 mentre il Leone ha mutato stilizzazione più volte. La più recente è significativa perché apparentemente richiama al passato ma in realtà apre il futuro. il nuovo logo, studiato dal Peugeot Design Lab, vede una testa di leone ruggente stilizzata, inserita in uno scudetto: il design futuristico si sviluppa intorno al concetto di tempo e ricorda l’effigie dei primi anni ’60. Ha debuttato, un mese fa, sulla 308 che esprime i valori attuali del brand ma ancora maggiormente l’impegno nel realizzare modelli sempre più curati in termini di design e ricchi di tecnologia. Senza volersi togliere il concetto (meritorio) di ‘Casa generalista’, ma alzando l’asticella in nome di una democratizzazione dei contenuti (pensiamo alla sicurezza e all’ibrido), impensabile un decennio fa. Un dato interessante: nell’albo d’oro dell’Auto dell’Anno, dal 2012 a oggi – quindi le ultime dieci edizioni – Peugeot ha vinto tre volte, più di tutte le rivali: con la 308 (la serie precedente all’odierna), la 3008 e la 208. E’ evidente che al di là del nuovo logo, la rotta sia tracciata. “Rappresenta la perfetta espressione di un profondo cambiamento in atto nel mondo e sul quale abbiamo da tempo scommesso. C’è un nuovo modo di concepire la mobilità e Peugeot ha già mostrato prodotti reali, concreti per viverla non solo nell’auto ma anche nelle biciclette, negli scooter e nei monopattini elettrici – racconta Salvatore Internullo, direttore generale Peugeot Italia – oggi il rinnovamento dell’immagine rappresenta il completamento di una promessa seria per un brand in forte crescita che lavora su più fronti: l’elettrificazione, la profonda digitalizzazione, la rinnovata ed elevata customer experience”.
Sono fatti, non teorie: il Power of Choice è uno dei pilastri dell’offerta tecnologica della Casa. L’ultima generazione di veicoli elettrificati offre la possibilità di scegliere il tipo di alimentazione più adatta, senza sacrificare nulla nel livello di equipaggiamenti o nel piacere di guida, storicamente presente nel suo Dna. La scelta del modello non è condizionata. Si chiama libertà, in definitiva. Quella esaltata dal suggestivo spot firmato da Stefano Accorsi.