LA RIVOLUZIONE DI JEEP È APPENA COMINCIATA

Per vendere 2 milioni di veicoli nel 2030 si punta alla multi energy La Avenger vinci tutto diventa anche 4xe e ora arriva la Wagoneer S

Per capire quanto ha combinato Jeep negli ultimi anni e cosa intende combinare in quelli che verranno bisogna tornare ai primi di settembre del 2022 quando il brand americano di Stellantis annunciò una strategia che prevedeva una decisa sterzata verso la trazione a batteria. In sintesi, nel 2030 si volevano vendere solo Jeep completamente elettriche in Europa, mentre ci si accontentava del 50 per cento sul totale negli Stati Uniti.

In un solo biennio, tante certezze sono cadute o quantomeno messe in dubbio: se non è riflusso, poco ci manca. Nel caso di Jeep la barra resta dritta, ma dovendo navigare in mare aperto – molte previsioni fatte subito dopo il Covid, in generale, si sono rivelate errate – è fondamentale non fissarsi su una sola rotta, ma interpretare ogni vento. La metafora velica si presta all’aggiornamento della strategia Jeep che oggi ha tre elettriche in casa: la compatta Avenger sul mercato da oltre un anno (e con successo), la midsize premium Wagoneer S che ha iniziato la scorsa settimana la sua avventura, il Suv–fuoristrada Recon previsto per fine anno. Però, il brand non vuole restare a galleggiare tra le batterie, visto i tempi che corrono. “Se l’obiet-tivo finale, quello di raddoppiare le vendite entro il 2030 ossia passare dal milione di auto di oggi a due milioni di auto, sarà coerente al progetto Dare Forward di Stellantis, la nostra strategia attuale si basa su tre pilastri: la costruzione dei veicoli in più Continenti, una copertura sempre più capillare dei mercati e soprattutto il concetto multi-energy” spiega Antonio Filosa, Ceo del brand Jeep dallo scorso novembre. Napoletano di origine, grande esperto del mercato sudamericano dove ha lavorato per 18 anni con responsabilità crescenti, è la conferma di una spiccata italianità del marchio, sicuramente con l’anima a stelle e strisce, ma che venne rilanciato proprio da un altro manager italiano, Sergio Marchionne, dal 2009.

Multi-energy significa poter offrire ogni motorizzazione ad eccezione di quella fuel cell (“Saremmo in grado di proporla, ma oggi ha senso solo per i camion e i van su lunghe distanze” precisa) modulandola sulla base del modello o del singolo mercato. “Non stiamo mettendo in discussione lo sforzo per l’elettrificazione ma è corretto ragionare sulle situazioni diverse nelle sei aree regionali. Middle East, Africa e Sudamerica seguono strade particolari, dove l’ibrido è in crescita, ma la preponderanza resterà dei motori termici o a etanolo nell’ultimo caso. Sul passaggio all’elettrico, la Cina sta viaggiando più veloce dell’Europa e ancora di più del Nord America, senza dimenticare che nel nostro Continente esistono grandi differenze tra un Paese e l’altro”, continua Filosa.

C’è la chiara sensazione che il futuro di Jeep si giochi sull’equilibrio tra i valori non passati, ma storici e quelli non di rottura, ma contemporanei. Da una parte la volontà tutta americana di assegnare a ogni modello quella ‘capability’ – letteralmente è la capacità – nell’off-road attraverso i parametri classici che ne faccia il numero 1 del segmento di appartenenza. Dall’altra un metodo che prevede una visione realmente globale, facendo interagire le fabbriche e i centri studi in qualsiasi parte del mondo si trovino. “Il nuovo sistema è stato inaugurato con Renegade, proseguito subito dopo con Compass e ‘raffinato’ con Avenger: un prodotto inedito che esprime il concetto di lavoro in team e ha convinto definitivamente gli americani sulla bontà di un’interpretazione ‘europea’ di un marchio che prima sentivano solo loro”, spiega Filosa.

E in effetti, il modello si sta rivelando fondamentale per i volumi di Jeep: la quota in Europa continua a salire, con un 12,4 per cento di incremento nel primo quadrimestre del 2024. In Italia i numeri sono ancora migliori: sempre da gennaio ad aprile, la quota è del 4,5 per cento sul totale con la prospettiva di arrivare al 5 per cento entro fine anno: un bel mattone in una costruzione alle prese con più di un problema.

Restando in Italia, tra i brand di Stellantis – a parte Fiat che ha l’11,20 per cento – solo Peugeot, con una gamma ben più ampia e una visione generalista, sta facendo meglio di Jeep. Ed è la già citata Avenger a fare la differenza: è la quinta vettura in assoluto nella classifica delle immatricolazioni secondo Unrae, la seconda tra le più vendute a benzina e la terza fra le elettriche, anche se con sole 857 unità, dietro alle due imbattibili Tesla.

Ora a completare la gamma che comprende una variante full electric, una a benzina e una mild hybrid a trazione anteriore, è arrivata la 4xe sempre ibrida. I prezzi non sono stati ancora comunicati, ma il lancio avverrà verso fine anno. I dati positivi di mercato rappresentano una medaglia in più per il Centro Stile di Torino che per il design della Avenger si è guadagnato molte copertine e riconoscimenti a iosa, dando anche un sensibile contributo alla conquista del premio Auto dell’Anno 2023.

In 81 anni di storia, la Casa statunitense non si era mai affidata a un team (multinazionale, peraltro) che opera in un altro Paese. Racconta l’architetto fiorentino Daniele Calonaci, responsabile del design per l’Europa: “Si sono fidati, siamo stati bravi e quindi ci hanno affidato anche parte del futuro”. Scontata la nostra curiosità. “Sarà più sorprendente di quanto si possa pensare. Nel rispetto della storia, sia chiaro, ma con tante idee inedite: Avenger è servita tanto, in fondo, abbiamo appena iniziato” sottolinea Calonaci, dando la sensazione che oltre a non perdere i fedeli, in particolare quelli del 4×4, si punti a conquistare nuovi seguaci per la religione Jeep.

Exit mobile version