Quando le grandi case d’auto mettono in mare i loro motori

Dopo gli esperimenti del passato (da Ferrari ad Aston Martin), oggi è la volta dell’elettrico con la Porsche e Frauscher

C’erano una volta i (grandi) motori termici delle Case automobilistiche più o meno ‘marinizzati’ per spingere gli yacht sportivi. Memorabile il tentativo, non troppo riuscito in verità, di Tullio Abbate nel montare il 12 cilindri boxer della Ferrari Testarossa su uno dei suoi gioielli a metà degli anni ’80. Restando in tema, nel 1990, due anni dopo la morte di patron Enzo, il Cavallino e Riva – eccellenza assoluta – collaborarono per il Riva Ferrari 32, prodotto in sole 40 unità. In tempi più recenti si sono cimentati i centri stile di Mercedes-Benz per il 460 Granturismo di Silver Arrows Marine e quello della filiale AMG che nel 2020 si occupò del tocco in più per uno dei leggendari Cigarette, nel caso un 18 metri con sei motori Mercury per un totale di 2700 Cv. Restando nel territorio della Stella, il suo tuner preferito – ossia Brabus – produce una linea sportiva con una quindicina di modelli tra quelli base e quelli ‘preparati’ esattamente come fa per le auto nei colori e negli allestimenti. Aston Martin ha provato da sola, lanciando nel 2016, il day cruiser AM37, mentre Lexus è pronta al bis con Marquis Marine: dopo LY 650 metterà in acqua LY 680, sigla che sta ad indicare 68 piedi, poco più di 20 metri di lunghezza. All’inizio abbiamo detto ‘c’era una volta’ perché la nuova era non può che guardare all’elettrico: rispetto alle auto le imbarcazioni hanno maggiori vantaggi ambientali (nelle riserve marine, per esempio, si può entrare senza problemi) ma anche limiti sull’autonomia non indifferenti. Comunque si procede, con progetti molto interessanti come l’850 eFantom Air, nato dalla collaborazione tra il cantiere Frauscher e Porsche che ha messo a disposizione la tecnologia di propulsione della Macan elettrica. E’ un day cruiser, capace di prestazioni notevoli: la velocità massima dichiarata è di 46 nodi. La Frauscher- Porsche, lunga 850 cm, utilizza i componenti della Ppe (Premium Platform Electric) su cui si basa la Macan, a partire dall’innovativo motore elettrico sincrono (Psm) a eccitazione permanente, la cui potenza di picco per l’uso nautico è stata limitata a 400 kW. La batteria agli ioni di litio, con una capacità lorda di 100 kWh, anch’essa identica a quella della E-Macan, si trova invece al di sotto del pozzetto, protetta da un telaio dotato di sospensioni in acciaio, particolarmente adatte ad assorbire le sollecitazioni che si verificano durante la navigazione. Grazie alla tecnologia a 800 Volt di Porsche, la barca può essere ricaricata con oltre 250 kW di corrente continua presso le stazioni di ricarica rapida. In condizioni ideali, la batteria al 10% può essere caricata fino all’80% in meno di 30 minuti. Proprio come avviene per le Porsche stradali, a bordo dell’imbarcazione è possibile selezionare quattro modalità di guida: Docking, Range, Sport e Sport Plus. Le modalità vanno ad agire sulla risposta dell’acceleratore e presentano anche diversi limiti di velocità. Ad esempio, la modalità Docking, per la guida in porto, prevede la velocità limitata a 8 nodi. Ciò detto, la velocità di crociera ottimale è di 22 nodi, e a questa velocità, con la batteria a pieno carico, si può navigare per circa un’ora. L’autonomia a velocità minima di planata è invece di oltre 53,9 miglia. La velocità massima, come detto, viene raggiunta in modalità Sport Plus ed è stata limitata a 46 nodi. A distinguere considerevolmente la barca e l’auto resta il prezzo: per la prima Frauscher-Porsche elettrica si parte da ben 561.700 euro, mentre l’elettrica Porsche stradale più cara (la Taycan Station) si ferma a 208.000 euro. L’ultima idea, in ordine di tempo, arriva da Maserati che dopo molte stagioni (vincenti) con i racer di Giovanni Soldini, ha deciso di testare le nuove possibilità su un dieci metri a motore: si chiama Tridente ed è realizzato in collaborazione con Vita Power, una start up tecnologica inglese che sviluppa e integra sistemi di propulsione elettrica ad alte prestazioni per applicazioni marine. Costruzione in fibra di carbonio di Hodgdon Yachts, marchio specializzato nei tender per superyacht, e grande leggerezza dell’insieme con la finezza di una prua dove è stato stampato il logo del Tridente. Vita Power, indicando una potenza di picco di circa 600 Cv, grazie a un pacco batterie da 252 kWh, ha sottolineato che il Tridente è destinato a navigare nei laghi e lungo la costa (come peraltro ogni barca elettrica di dimensioni piccole) con una velocità di crociera di 25 nodi, uno spunto massimo di 40 e la possibilità di una ricarica in meno di un’ora. Un progetto da seguire, con curiosità.

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