Quanto è bello andare in bici

Lo studio di Banca Ifis sull’ecosistema della bicicletta: un settore fatto di innovazione e tecnologia che porta benessere
Karl Drais. Questo il nome di un impiegato statale del Granducato di Baden, in Germania, a cui si deve l’invenzione della bicicletta chiamata all’epoca Draisine in suo onore. Era il 1817 e pare che Drais cercò e trovò un’alternativa all’uso del cavallo. In realtà esisteva già una sorta di velocipede composto da due ruote e un pezzo di legno, ma Drais lo innovò applicandogli lo sterzo senza il quale il mezzo poteva andare solo diritto. Mancavano ancora i pedali che arrivarono molto più tardi, nel 1861 grazie al francese Ernest Michaux che li applicò fissandoli al perno anteriore della ruota. Solo nel 1888 con Dunlop arrivò il primo pneumatico a camera d’aria. Attraverso i secoli si arriva sino ai giorni nostri. La bicicletta resta un evergreen. Non è mai passata di moda, anzi. Primo mezzo di mobilità individuale, sinonimo di libertà, utilizzabile per divertimento ma anche per spostarsi su lunghe distanze. In modo sempre più facile. Oggi grazie all’elettrificazione, alle batterie, alla pedalata assistita ci si sente tutti un po’ come campioni al Giro d’Italia in grado di percorrere centinaia di chilometri superando dislivelli sino ieri riservati ai soli professionisti delle due ruote. “La bicicletta rappresenta la sintesi perfetta di innovazione, tecnologia, benessere delle persone e prosperità delle imprese e dei territori. – Spiega Ernesto Furstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis- Siamo perfettamente consapevoli dell’importanza di un settore, quale quello della produzione di biciclette, che genera sempre più impatti positivi sulle persone sull’ambiente e le comunità”. Banca Ifis ha presentato in questi giorni lo studio “Ecosistema della Bicicletta” 2023 che fotografa l’andamento e la prospettiva del settore. I numeri raccontano un vero e proprio successo. Nel 2022 i ricavi dei produttori italiani di biciclette e di componentistica sono cresciuti del 10% raggiungendo la soglia dei due miliardi di euro. L’Italia continua ad essere leader tra i produttori di biciclette a livello europeo e si prevede un’ulteriore crescita nel 2023 di ben 6 punti percentuali. L’esportazione pesa per il 21% del fatturato. E va detto che l’80% della produzione e il 92% del fatturato si concentra in Nord Italia. Tre le ragioni di questo successo: la ricerca di una mobilità sempre più sostenibile, l’aumento del cicloturismo, l’accelerazione della produzione di e-bike. La produzione di quest’ultime è cresciuta tra il 2019 e il 2022 del 21,3% compensando un lieve calo di produzione di bici ad azionamento esclusivamente muscolare (-3,1%). Per quanto riguarda il cicloturismo, secondo lo studio di Banca Ifis, la bicicletta è stata la compagna di viaggio per 6,3 milioni di turisti in Italia con una durata media di viaggio che si è attestata in 11 giorni. Di questi 1,9 milioni si sono dichiarati veri e propri cicloturisti ovvero non occasionali. Importante la ricaduta economica pari a 7,4 miliardi di euro di spesa suddivisi tra strutture ricettive, ristorazione, abbigliamento e attività “leisure”. Meta preferita il Trentino Alto Adige. Il Sud Italia ha comunque attirato il 18% dei flussi. Il 45% dei cicloturisti chiede un aumento delle ciclovie e il 71% degli stranieri vorrebbe più disponibilità di tour organizzati in gruppo. E se la bicicletta è nata trasformando l’energia muscolare in energia cinetica la sua evoluzione odierna è quella di un mezzo che è ideale per trasformare l’energia elettrica in energia cinetica. Proprio così, si tratta del mezzo elettrificato più sostenibile in assoluto. Questo grazie al peso ridotto della bicicletta che consente ottime autonomie con piccoli pacchi batterie che si possono ricaricare velocemente. Un vero e proprio ibrido che al posto del motore termico ha le gambe. Tutti vogliono una e-bike ed ecco che si spiega come mai il 56% delle imprese italiane produttrici di biciclette sostiene di averne in produzione uno o più modelli.

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