Corrado Manfredini ha 90 anni. Nel 1952 disputa alla sua prima gara, la Mille Miglia, durante la quale ha un incidente talmente spaventoso che il suo copilota perisce e lui si risveglia all’obitorio: lo credevano morto. Tornerà a casa in treno, dai suoi genitori che avevano ricevuto la notizia della sua scomparsa e lo accolgono sconvolti. Dopo avere rievocato questo e altri aneddoti di una lunga carriera di pilota gentleman, ha concluso così: “Lo sport è passione e la passione è vita”. Tre ragazzi, ai tavoli, lo guardano con aria incantata. Siamo in una sala del Saint Georges Premier, un ristorante all’interno del parco di Monza protagonista di un episodio poco noto: quando, nel 1965, il cinque volte campione del mondo di F1 Juan Manuel Fangio fece preparare in giardino un asado con carne fatta arrivare apposta dall’Argentina, per il suo manager Giambertone, gli uomini della Pirelli e altri amici e ospiti. Erano appena concluse le riprese della pubblicità del Cinturato Pirelli, con Fangio alla guida di un’Alfa Romeo Giulia GTC sulla pista d’alta velocità. Quello stesso anno, Manfredini partecipava alla prima Mille Chilometri di Monza, che fino al 1969 si disputò (follia) su un percorso di 10 chilometri che comprendeva pista Stradale e Sopraelevata. Il suo compagno di corsa era Dimitri Nabokov, figlio dell’autore di Lolita. Intrecci della storia, per arrivare a dire che il passato continua a essere fonte di ispirazione per il futuro. Infatti, l’indomani, il Club Italia, una delle più blasonate e attive associazioni di appassionati di auto e moto che tra l’altro ha organizzato l’evento del Saint Georges Premier, ha portato sull’anello dell’alta velocità quattro delle dieci Dallara Stradale che compongono l’ultima serie speciale e limitata del Club (la prima è stata la Lancia Delta HF Integrale nel 1992). Una pista gloriosa e la massima espressione della tecnologia applicata al piacere di guida. “Il nostro obiettivo è mantenere vivo lo spirito di un tempo, che si nutriva di passione, con eventi che coinvolgano le nuove generazioni”, spiega Luca Morazzoni, vice presidente del Club Italia. “Perciò non guardiamo soltanto indietro, alle auto storiche, ma a quei prodotti che rappresentano lo stato dell’arte e al contempo parlano il linguaggio delle emozioni, come la Dallara Stradale, la Maserati MC20 o anche la Toyota GR Yaris”. In questo contesto il ruolo del Parco di Monza, come quello degli altri grandi polmoni verdi europei vocati all’automobilismo, Goodwood, il Nürburgring, il North e South CarFest inglese, diventa centrale. “L’autodromo è sport, passione, tecnologia, un luogo nel quale dovranno coabitare un museo e un centro ricerche per la mobilità sostenibile”, racconta Fabrizio Sala, assessore Ricerca e Innovazione di Regione Lombardia che presiede l’Accordo di Programma per la valorizzazione del complesso Villa Reale e Parco di Monza, un investimento di 55 milioni di euro. “Vogliamo realizzare con Aci qualcosa di importante per l’autodromo, che deve diventare un punto di riferimento della ricerca nel settore automotive, grazie alla collaborazione di aziende quali Brembo, Bosch, Magneti Marelli, Pirelli. Allo stesso tempo, per la Villa Reale c’è il progetto di una scuola di alta formazione artistica e musicale, mentre nel Parco immaginiamo laboratori e alloggi per gli studenti universitari”.