Avenger, quando la Jeep parla anche italiano

Al volante della prima full electric che in Italia è anche a benzina Il designer Calonaci: “Ecco come abbiamo convinto gli americani:ma questa è un’evoluzione non aveva senso fare una rivoluzione”.

Può una Jeep essere fortemente italiana? Se parliamo di visione e di design, la Avenger lo è senza per questo dimenticare che il marchio di Stellantis non può fare a meno della sua storica anima americana e il modello in questione – per ora – viene costruito a Tychy, nello storico stabilimento della Fiat in Polonia. Ma per un progetto innovativo e con ambizioni notevoli, era obbligatorio guardare lontano. Smontando certezze d’oltreoceano, per prendere una rotta chiarissima, apparentemente in contrasto con un’avventura fatta di potenti motorizzazioni termiche, magari non vendute in Europa, ma comunque parte integrante del marchio. Sino a tre anni fa, la sola idea delle batterie elettriche era guardata con sospetto dai fedeli (e facilmente anche da buona parte del management) poi c’è stata la vera accelerazione con l’entrata in Stellantis: dalle Renegade e Compass ibride (plug-in nel 2020, full nel 2021) si è arrivati inesorabilmente all’Avenger a zero emissioni. Rappresenta il primo mattone di un piano completo per la nuova generazione di full electric, nell’ambito di una trasformazione in chiave sostenibile e per diventare il principale marchio mondiale di Suv elettrificati. A creare un ‘contenitore’ all’altezza della sfida, pensato soprattutto per i guidatori del Vecchio Continente, non poteva che essere il Centro Stile Jeep di Torino: una scelta importante visto che, in 81 anni di storia, la Casa statunitense non si era mai affidata a un team (multinazionale, peraltro) in un altro Paese. Racconta l’architetto Daniele Calonaci, responsabile del design: “Siamo entrati in sintonia con loro, sin dal 2016: andando a Detroit, lavorando insieme, guidando nello Utah con loro, allineando le visioni differenti. Li abbiamo convinti soprattutto sulle dimensioni giuste, per loro un veicolo deve essere grande: mi ricordo il loro stupore nel vedere delle Panda parcheggiare in spazi minimi nel centro di Torino. ‘Ma come riuscite senza telecamere?’ dicevano. Si sono fidati, siamo stati bravi e quindi ci hanno affidato anche parte del futuro”. La Avenger, in effetti, ha le carte in regola per piacere: in primis, la compattezza (è lunga 408 cm) che nasconde bene un abitacolo spazioso e un discreto baule. Il design colpisce, è molto equilibrato, con tanta personalità e numerosi tocchi d’autore in nome della praticità, vedi i parafanghi in plastica sporgenti per evitare piccoli danni alla carrozzeria. C’è l’evidente attenzione di conquistare nuovi clienti ma di non sconvolgere quelli antichi. “Avenger è un’evoluzione: non aveva senso fare la rivoluzione in un marchio che ha sempre rispettato le generazioni precedenti ma non si è mai fermato. Era sbagliato anche seguire integralmente le regole, considerando le novità insite nel primo progetto a zero emissioni, per di più compatto. Ecco perché abbiamo evoluto molti elementi iconici per riproporli nella contemporaneità con uno studio filologico che mi ha appassionato molto. Ma resta una Jeep, senza dubbio, con forti radici nella storia” dice Calonaci. Le risposte del mercato sono già buone, molto interessanti per capire dove va la tendenza. I 20mila ordini in Europa, raccolti in pochi mesi (e che saranno tutti esauriti entro il 2023, promettono), sono per il 60% nella variante elettrica e per il 40% in quella termica con l’1.2 litri benzina da 101 Cv, disponibile solo in Italia, Spagna e Polonia. Sul nostro mercato, per la cronaca, la quota delle zero emissioni scende al 15%. ma a dare fiducia a Jeep la certezza che gran parte di chi l’ha acquistata arriva da altri marchi e guida attualmente un’auto termica. Quindi, bisogna avere pazienza e puntare comunque sulle doti del propulsore da 156 Cv, basato su un’inedita batteria a ioni di litio da 54 kWh. Internamente, è stato fatto un buon lavoro: stile semplice e razionale, plancia sottile e leggera, display centrale di 10,3” per il sistema multimediale, cruscotto digitale di 10,3 “, soluzioni molto pratiche come il divisorio porta tazza flessibile e la copertura magnetica ripiegabile. Nel complesso, non stupisce che il 60% di chi l’abbia ordinata risieda nel nostro Paese, dove è facile prevedere diventi rapidamente una delle elettriche più vendute diventando una delle principali ‘testimonial’ del nuovo modo di viaggiare. In fondo, è quanto sta facendo la Fiat 500 che anche a marzo ha sfiorato il 10% di quota totale tra le ‘zero emissioni’. Detto che la variante 4×4 non arriverà tra molto tempo (e facilmente con un motore più potente), anche con l’attuale trazione anteriore (dotata di serie delle funzioni Selec-Terrain e Hill Descent Control) la Avenger – da brava Jeep – si difende bene nel fuoristrada: nessun problema nello sterrato (usando la modalità Mud), vista l’altezza minima da terra di oltre 20 cm e i favorevoli angoli d’attacco (20°), di dosso (20°) e d’uscita (32°), ottenuti anche grazie agli sbalzi corti. Disponibile in quattro allestimenti (base, Longitude, Altitude, Summit), la Avenger ha un listino che parte da 37.900 euro: non pochi, al di là che esistono formule a rate competitive. Ma quello del prezzo elevato è un limite comune alle auto elettriche e che spiega, più di mille teorie, la predominanza attuale della variante a benzina.

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