Con A2A le colonnine sono griffate e a lunga permanenza

A Brescia le prime ricariche firmate Giugiaro. Mazzoncini: “In Italia non sarà questo il collo di bottiglia”.

La stragrande maggioranza degli automobilisti che ha scelto la mobilità elettrica (o ibrida alla spina) dispone di un posto auto dotato di un punto di ricarica privato, magari anche soltanto da 2 o 3 kW. Tanto basta, durante la notte, per ricaricare completamente una plug-in hybrid che può percorrere fino a 100 km in modalità 100% elettrica con un pieno di elettroni. Per le BEV pure servono almeno 6-7 kW di potenza alla presa per fare il pieno (o quasi) dalla sera alla mattina. E chi non ha un posto auto privato? La caccia alla colonnina nei pressi di casa è aperta. Una volta trovata, ammesso che non sia già occupata da altri, si può ricaricare a 11 o 22 kWh, a seconda della colonnina, o magari a 50-100 kWh se si trova posto alle colonnine rapide. Giusto il tempo di una cenetta per fare il pieno, salvo poi scendere in pantofole per staccare la presa… Ma da oggi a Brescia si può approfittare delle nuove colonnine City Plug pensate da A2A e disegnate da Giugiaro Architettura per dare impulso allo sviluppo della mobilità elettrica privata in ambito urbano con una rete di ricarica a bassa potenza, ma senza limitazioni di tempo di permanenza alla colonnina. Se da un lato chi viaggia su lunghe distanze necessita di colonnine ad alta potenza lungo il suo percorso, dall’altro chi vive in città e si muove in ambito prevalentemente urbano ha necessità di ricaricare quei pochi kW necessari alla percorrenza quotidiana e di un posto auto per lunghe permanenze. Le quattro colonnine City Plug A2A istallate in via Boves a Brescia permettono di ricaricare fino a otto vetture con una potenza complessiva di 7,4 + 7,4 kWh, ovvero 3,7 kWh per le due auto parcheggiate negli stalli riservati alla EV e 1,2 kWh per ciascuna delle sei vetture, se collegate tutte contemporaneamente, in sosta nei posti auto con riga bianca. I numeri possono sembrare poco entusiasmanti, ma tutto torna quando si fanno i conti: 10-12 ore di sosta alla colonnina (dalla sera alla mattina) permettono di ricaricare almeno 12 kW che equivalgono mediamente a 100 km di autonomia. Se in altri Paesi europei si cominciano a vedere prese di corrente spuntare un po’ ovunque, finanche sotto i pali della luce, A2A ha voluto conferire una forma più strutturata – e un’abito elegante by Giugiaro – al sistema di ricarica lenta City Plug che porta in strada l’esperienza della wallbox domestica. Quelli di Brescia sono i primi otto di oltre 20.000 punti di ricarica lenta che A2A conta di istallare in tutta Italia entro il 2030, oltre alle colonnine da 11-22 kW e quelle di ricarica rapida sulle vie a scorrimento veloce. La soluzione proposta da A2A a Brescia – e presto anche a Milano e nel resto della Penisola – rappresenta un contributo importante alla rivoluzione elettrica della mobilità. Vista la vasta diffusione della soluzione City Plug, favorita anche dai costi nettamente inferiori rispetto alle colonnine a media e alta potenza, l’estetica delle colonnine ricopre un ruolo importante nell’ambito dell’arredo urbano. “Siamo felici che A2A ci abbia coinvolti in un progetto di sostenibilità – ha commentato Fabrizio Giugiaro – di così ampio respiro. Abbiamo realizzato un oggetto semplice e funzionale, con un design quasi invisibile, piacevole e poco impattante, per integrarsi con il patrimonio architettonico delle città italiane in cui sarà sempre più presente”. Insomma, la scusa delle infrastrutture di ricarica carenti sta perdendo sempre più credibilità, con colonnine che fioriscono ad ogni angolo di strada nelle città – anche al centro e sud Italia. “Se prendiamo i piani industriali dei primi quattro player del settore – spiega Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A – in Italia supereremo sicuramente centomila punti di ricarica entro il 2030, quindi io sono molto ottimista che il sistema di ricarica pubblica non sarà un collo di bottiglia per lo sviluppo della mobilità elettrica”. L’Italia è già oggi ben messa dal punto di vista delle infrastrutture. Secondo uno studio dell’Università Ca’ Foscari di Venezia commissionato da Volkswagen Group, sul territorio italiano è istallato almeno un punto di ricarica ogni cinque vetture elettriche circolanti, più della media europea, e questo vale anche per le colonnine rapide. Senza dimenticare però che il parco circolante di EV nel nostro Paese langue (170.000 a fine gennaio 2023, secondo Motus-E). Senza la spinta degli incentivi governativi la vendita delle auto elettriche è crollata del 27,1% lo scorso anno a meno di 50.000 unità (neanche il 4% delle vendite totali), un decimo rispetto a quelle tedesche, un quinto delle inglesi e un quarto delle francesi.

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