Se le soluzioni elettriche sono riservate a laghi e acque protette, per grandi dimensioni la soluzione è una sola
Se la transizione su terra è stata sostanzialmente una costrizione voluta in sede europea, seguita dalle Case, ma che continua a non convincere gran parte degli automobilisti e tanti addetti ai lavori, sull’acqua il discorso è più semplice. E non dà adito a polemiche perché il full electric – per ragioni tecniche, a partire da un’autonomia limitata – è riservato a modelli che navigano su laghi e acque protette: sono barche di piccola e media dimensione, che si prestano al diporto raffinato (visti i prezzi elevatissimi) o al trasporto pubblico come sta accadendo nelle città affacciate sul mare del Nord Europa.
Invece, superyacht e megayacht puntano senza indugi sulla soluzione ibrida, seguendo una politica decisamente più ambientale di un tempo. Un esempio è quello di Azimut- Benetti, gruppo italiano che investirà 130 milioni di euro in quattro anni sui propri cantieri per utilizzare energia più pulita, studiare metodi avanzati di produzione e creare progetti formativi per l’intera forza lavoro. Dal punto di vista motoristico, la ricerca del gruppo si è sviluppata negli ultimi anni su due binari paralleli che talvolta si incrociano bene: la riduzione dei consumi mirata all’abbattimento progressivo delle emissioni di CO2 (anidride carbonica) e di NOx (ossido di azoto) e la sperimentazione nel campo delle propulsioni ibride, con eccellenti risultati.
In questo senso, il cantiere della famiglia Vitelli ha voluto sorprendere qualche mese fa il mondo nautico mostrando i rendering del Grande 44M, lo yacht più grande mai prodotto da Azimut e dunque destinato con i 44 metri di lunghezza a diventare la nuova ammiraglia. Si sa che è un progetto che verrà presentato in acqua non prima di settembre del 2026 – al Salone di Cannes – ma lo stile, gli alle-stimenti e la tecnologia non cambieranno rispetto ai rendering. “Il nuovo modello vuole essere espressione della nostra missione che è quella di coniugare l’innovazione tecnologica e un design visionario, con attenzione alla sostenibilità ambientale” ha spiegato Marco Valle, amministratore delegato di Azimut-Benetti. Dai rendering mostrati, il nuovo superyacht si sviluppa su quattro ponti invece che sui tradizionali tre e mette in mostra un design dalle linee fluide e decise che scolpiscono volumi importanti. La carena Dual Mode rappresenta la fusione fra due tipologie tradizionali: la parte prodiera è tipica di uno scafo dislocante veloce, mentre la parte che va da metà barca verso poppa presenta un laterale tipico delle plananti. A migliorare il comportamento in navigazione ci sarà la tecnologia foil per la prima volta a bordo di uno scafo Azimut: non si tratta, ovviamente, di un sistema di “ali” mirato a sollevare la barca sul modello delle barche a vela dell’America’s Cup, ma di un dispositivo fissato alla poppa in grado di generare una spinta maggiore. Sul fronte della motorizzazione si dà spazio al sistema Zero Emission Hotel Mode che permette di sostare in rada dalle 4 alle 8 ore a generatori spenti. Sul Grande 44M questa tecnologia dovrebbe trovare la sua massima efficienza in combinazione con il sistema Mild Hybrid Plus, nuovo livello di elettrificazione sviluppato dal reparto Ricerca & Sviluppo del Gruppo in collaborazione con Asea Nautica. Il sistema oggi è l’unico che permette di navigare a generatore spento con tutte le utenze accese, producendo inoltre un surplus di energia in grado di ricaricare il pacco batterie. Esattamente come succede su una vettura Mhev: qualche anno fa, pensare a un sistema del genere nella nautica era utopia.