Ford si immagina il Bronco da guidare in piedi

Presentato il progetto all’ufficio brevetti Usa. Intanto aumentano le tecnologie con cui equipaggiare il fuoristrada.

Chi l’ha detto che storia non possa far rima anche con futuro? In casa Ford il punto d’incontro si chiama Bronco, il fuoristrada che debuttò sul mercato nel 1966 e che è pronto a tornare anche sul mercato europeo. E che, tra le altre cose, sta studiando come stravolgere alcuni paradigmi della storia automobilistica. Ve lo immaginate un off-road che si può guidare anche in piedi? Gli ingegneri della casa dell’Ovale evidentemente se lo sono immaginato eccome: l’hanno anche disegnato e consegnato gli schizzi all’Ufficio Marchi e Brevetti degli Stati Uniti. L’intuizione parte dall’esigenza di garantire una migliore visibilità durante le escursioni in fuoristrada senza un osservatore esterno. Perché non sempre è possibile farsi accompagnare da qualcuno che, su sterrati e sentieri stretti di montagna, scenda dall’auto e dia le indicazioni al conducente seduto al posto di guida con le conseguenti limitazioni di visibilità. Tanto vale dargli la possibilità di mettersi in piedi e avere un punto di vista completamente inedito. E allora come fare con sterzo e pedaliera? Nessun problema, il Bronco del futuro è stato immaginato con comandi secondari (un touch pad capacitivo) posizionati nella cornice del parabrezza. Ovviamente con una conseguente limitazione di velocità e con freno e acceleratore ammorbiditi per evitare di far perdere l’equilibrio al conducente. Nel brevetto depositato, Ford menziona anche una serie di funzioni di assistenza alla guida che vengono disattivate quando il conducente non viene rilevato al suo posto. La casa spiega di essere in grado di rilevare una zona di guida in cui il conducente può operare utilizzando telecamere, LiDAR, radar a banda ultralarga, telefono come chiave o sensori di prossimità con l’obiettivo di garantire che ci sia sempre un conducente all’interno della “zona di guida”, in modo che le funzioni di sicurezza e assistenza non vengano disattivate. Qui, però, si parla di futuro e di un veicolo che è ancora soltanto un’idea. Tornando al presente, diverse tecnologie di guida intelligenti sono già state inserite nel modello che arriverà presto in Europa. A cominciare dal “Terrain management system”, un sistema di gestione della trazione che consente al conducente di selezionare facilmente la modalità di guida in base alle condizioni del terreno. O anche il “Trail toolbox”, una gamma di tecnologie off-road per aiutare i conducenti nella guida più estrema e consentire loro di esplorare le potenzialità del veicolo in tutta sicurezza. E poi il “Trail control” che funziona in maniera simile al tradizionale cruise control: il conducente può selezionare una velocità fino a 31 km/h e il veicolo gestirà automaticamente l’accelerazione e la frenata. O il “Trail turn assist” che utilizza il controllo dinamico della trazione basato sui freni per ridurre il raggio di sterzata fino al 40% durante i fuoristrada in spazi ristretti, mentre il “Trail one-pedal drive” consente al conducente di accelerare e frenare utilizzando solo il pedale dell’acceleratore. E poi ci sono le soluzioni “fisiche” per agevolare la guida off-road. Il tetto rigido, per esempio, è diviso in quattro pannelli, due dei quali – quelli anteriori – possono essere riposti con borse dedicate a bordo del veicolo per la massima flessibilità. Tutte le porte possono essere rimosse completamente e singolarmente con un solo attrezzo e in appena otto minuti, garantendo la massima libertà di movimento e una visibilità ancora maggiore in fuoristrada. Insomma, un passo avanti deciso rispetto alla prima versione del 1966 che prendeva le mosse dai robusti veicoli militari di Ford e dallo spirito ad alte prestazioni della Mustang: nacque così un robusto veicolo 4×4 sportivo che vendette oltre 200mila esemplari nella prima generazione (in totale sono stati prodotti più di un milione di pezzi in 5 generazioni fino al 1996). E oggi Ford prova a guardare al domani.

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