IL SUCCESSO DELLA GAMMA Q

Oltre la metà delle Audi vendute sono a ruote alte, Suv tradizionali o Sportback La Q7 che ha dato il via alla storia si rinnova e resta agile nonostante le dimensioni

Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga”. E’ l’incipit di una composizione del poeta greco ottocentesco Costantino Kavafis, che scrisse questi versi senza nemmeno immaginare che un giorno la strada avrebbe potuto percorrerla con la Audi Q7 appena rinnovata.

E’ un fatto che mettendosi al volante della Q7 la voglia di percorrere una strada lunga germoglia subito. L’auto, a dispetto delle misure generose, è agile nel traffico (l’inizio del nostro test drive era a Firenze), piacevole nel tratto di superstrada e autostrada sino a Piombino, infine eccezionale all’Isola d’Elba, vuoi sulle strade asfaltate tortuose e ricche di saliscendi, vuoi sugli sterrati (alcuni ospitano un celebre rally). Merito dei cavalli a disposizione, delle quattro ruote sterzanti (opzionali) e delle sospensioni pneumatiche adattive (anche queste opzionali).

Ma andiamo con ordine. La gamma Q è di fondamentale importanza per la Casa degli Anelli. Nel 2023 sono state vendute 37 mila vetture, oltre le metà di tutte le Audi, grazie anche alla possibilità di scegliere tra Suv tradizionali o varianti Sportback. I tre modelli Q sono un architrave della proposta Audi, dalla Q3 (la più venduta in Italia) alla Q5 (la più venduta nel mondo) alla Q7 che ha dato inizio alla storia. Con quest’auto siamo su un terreno di confine tra il Suv vero e proprio e l’ammiraglia, ovvero un’auto che si può guidare con abito formale lungo la settimana per poi riservarla a famiglia, sport e divertimenti nei week end o in vacanza. Tanto che, a parte l’agilità sorprendente (ricordiamo le misure: lunghezza di 5,072 metri, passo di 2,995; larghezza di 1,970; altezza di 1,734) risulta molto ampia l’abitabilità: il bagagliaio della cinque posti ha una capacità di carico da 867 a 1.993 litri, ma c’è anche la 7 posti, peraltro scelta da tre clienti su quattro.
I designer sono intervenuti sull’anteriore, estendendo la griglia single frame e aumentando le prese d’aria, mentre al posteriore sono stati ridisegnati i terminali di scarico. I proiettori sono ora i Led Matrix HD con spot laser, mentre i gruppi posteriori sono a tecnologia Oled (inediti per Audi). Attraverso il sistema multimediale MMI è possibile variare il layout delle luci stesse, scegliendo tra quattro firme luminose sia all’avantreno che al retrotreno.

I raffinati interni restano invariati, in generale si è lavorato sulle personalizzazioni: nove inserti decorativi, nuove tinte metallizzate, una completa gamma cerchi con dimensioni da 20 a 22 pollici, l’integrazione dell’App Store per accedere ad app esterne al mondo Audi (ad esempio Spotify o Amazon music) sempre attraverso l’interfaccia multimediale MMI.

La gamma di motori è estesa. La Q7 adotta motori TDI (dunque a gasolio) e TFSI MHEV 48V (dunque ibridi “mild” a benzina) cui si affianca la tecnologia plug-in benzina declinata in due step di potenza, nonché la variante sportiva SQ7 TFSI dotata di un poderoso V8 4.0 biturbo da 507 CV. I Diesel e l’unità TFSI condividono il frazionamento (6 cilindri), l’architettura classica a V, la cilindrata di 3 litri e la tecnologia mild-hybrid a 48 Volt, in grado di ridurre i consumi sino a 0,5 litri ogni 100 km. Nel caso della Q7 45 TDI il 3.0 TDI eroga 231 CV, mentre alla Q7 50 TDI è destinata la versione più potente da 286 CV del V6 TDI (il più gradito in Italia). Il 3.0 turbo benzina è riservato invece alla Q7 55 TFSI ed eroga 340 CV (l’auto oggetto della nostra prova era equipaggiata con il motore a gasolio da 340 CV). Tra le opzioni a richiesta ci sono anche il sistema di stabilizzazione antirollio attiva e il differenziale posteriore sportivo.

Per quanto attiene il capitolo elettrificazione, ovvero il sistema plug-in (il tipo di motorizzazione che prevede una combinazione tra motore a combustione e motore elettrico con possibilità di ricarica esterna della batteria) al propulsore termico V6 3.0 TFSI da 340 CV si affiancano un motore elettrico sincrono e una nuova batteria agli ioni di litio maggiorata (22 kWh netti anziché i precedenti 14,4 kWh) caratterizzata da varie evoluzioni di chimica, densità energetica e disposizione delle celle. Tutti passi avanti che, grazie anche a modalità di guida riprogettate, consentono un’autonomia elettrica sino a 84 chilometri (ciclo WLTP) superiore del 70% rispetto al passato. La Q7 55 arriva a 394 CV (+13 CV rispetto al precedente modello), mentre la versione top digamma60 può contare su 490 CV (+28 CV). Da segnalare, anche se forse suona pleonastico, che tutti i motori sono abbinati alla trazione integrale permanente e al cambio automatico tiptronic a 8 marce. Interessante notare che tanta potenza permette una capacità di traino sino a 3,5 tonnellate, così da poter gestire agevolmente un caravan o un rimorchio per cavalli. Le versioni disponibili sono: Q7, Business Advanced, S line edition (e S line plus per plug-in), SQ7 TFSI, SQ7 TFSI sport attitude.

Infine i prezzi. Ma prima di parlarne bisogna ricordare che il successo della gamma Q è legato alla flessibilità con cui la Casa viene incontro alle esigenze del mercato, tanto che nel 2024 il 65% dell’immatricolato appartiene al mondo business. Ad Audi Value, la formula di finanziamento più diffusa, si affianca il noleggio a lungo termine che oggi raggiunge il 42% delle vendite (sia in ambito business sia da un cliente su due della gamma Audi Q), un sistema che dopo la sottoscrizione del contratto permette di modificare alcuni parametri, spaziando tra 45 diverse combinazioni di durata e percorrenza.

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