La nautica italiana si mette in mostra a Genova

C’è già una nuova banchina per i superyacht e con il Waterfront firmato da Renzo Piano si entrerà nel futuro.

L’euforia, il compiacimento, la sopravvalutazione non sono peculiarità genovesi: semmai vige – stiamo generalizzando – un understatement che si rispecchia nel rapporto con il mare (e quindi con il Salone della nautica). Pensando a quanto l’acqua salata abbia rappresentato per la Repubblica di Genova in sette secoli ma anche a Imperia capitale dei cap-hornier, fa sorridere che uno dei più diffusi proverbi liguri sia Loda ö mà ma stanni a cà: loda il mare ma resta a casa. Ecco perché fa piacere che la 62esima edizione del Salone Nautico Internazionale – in programma dal 22 al 27 settembre – parta con il piede (marino) giusto: netta la sensazione che, a cominciare dalla città che lo ospita sia avvolta da entusiasmo. Saranno oltre 1000 le imbarcazioni presenti con 998 brand in esposizione e 168 le novità annunciate con 145 buyers esteri in rappresentanza di 19 nazioni. Numeri significativi, ma c’è un dato che va oltre al migliaio di espositori, alle presenze straniere, al numero dei biglietti, ora acquistabili solo online. A otto giorni dal via, le vendite erano aumentate del 37,3% rispetto alla scorsa edizione, che comunque era animata dalla gioia della libertà post-pandemica. Ora non è più ripartenza: la nautica italiana si conferma uno dei settori più in salute dell’economia con «una crescita stimata pre-consuntiva del fatturato globale che si attesterà nell’ordine del 30% e un dato storico record di crescita delle esportazioni per un valore di 3,2 miliardi di euro» sottolinea Marina Stella, direttrice generale di Confindustria Nautica. Quella del 2022 appare come un’edizione di passaggio, nonostante la nuova banchina per ospitare i superyacht – il plus della mostra e vetrina della nostra cantieristica a partire dalle big three Azimut-Benetti, Ferretti Group e Sanlorenzo – e vari ritocchi al layout. L’anno prossimo verrà rivista la parte in acqua e nel 2024 sarà finito il waterfront di Levante che cambierà faccia al salone, seguendo la visione del genovesissimo guru Renzo Piano. Si tratta di un profondo restyling in nome di accessibilità e di piacevolezza che hanno sempre rappresentato il vero punto debole, nonostante il successo di pubblico. Perché, in definitiva, non è mai stato un problema vedere tra i padiglioni i fedeli sui quali il Salone ha sempre avuto e non ha perso (neppure negli anni più bui) un forte appeal: l’ultima gita al mare dell’anno, il piacere di scoprire le novità nella marina come l’accessorio di tendenza, un’idea di vacanza per l’estate seguente. Ora, l’obiettivo diventa non perdere gli appassionati che hanno ritrovato il mare e quelli che si sono cimentati per la prima volta. Chiamatela voglia di libertà, di serenità, di non mischiarsi agli altri. E’ successo anche per i camper, con il boom delle ultime estati, identico a quello riscontrato nella nautica: immatricolazioni in crescita, noleggio a mille, passione a diecimila. Sono lontani i tempi in cui la nautica veniva guardata malissimo (o proprio punita), chiusa in una nicchia dove il possesso di una barca – anche di nove metri – generava sospetto/invidia e i porti stranieri pullulavano di tricolori a poppa. Al Salone 2022 il compito di confermare tutto il bene che lo annuncia. Anche perché come dicono sempre i vecchi marinai di Levante e Ponente ‘Chi è in taera predica, chi è in ma navega’. Vero: chi è a terra predica, chi è in mare naviga. Buon vento.

Exit mobile version