L’INTELLIGENZA DELL’AUTO


In un convegno organizzato dall’Osservatorio Mobilità della Luiss Business School si è fatto il punto sull’applicazione dell’IA in ambito automotive. Una riflessione

Credo che alla fine del secolo, l’uso delle parole e l’opinione delle persone di cultura saranno cambiate a tal punto che si potrà parlare di macchine pensanti senza aspettarsi di essere contraddetti.”

Fu Alan Turing, padre dell’informatica e dell’IA, nel 1950, a esordire con una frase che avviò una riflessione rimasta al centro del dibattito filosofico fino ai nostri giorni: “Le macchine possono pensare?”. A dare la risposta è l’Automobile Sapiens, concetto introdotto dall’Osservatorio Auto e Mobilità (OAM) della Luiss Business School, che ha esaminato l’impatto dell’AI nel settore automobilistico, valutandone le implicazioni tecniche, legislative, economiche, sociali ed etiche e ne ha riferito durante una recente presentazione, introdotta dal Presidente Michele Crisci e tenuta da Fabio Orecchini (Direttore OAM) e approfondita con Paolo Moroni (Direttore Lexus, IT e Digital Trasformation, Toyota Motor Italia), Simone Mattogno (Head of Automobile Division, Honda Motor Europe Italia), Giuseppe Mazzara (Marketing Communication & CRM Director, Kia Italia), Raffaele Fusilli, (Amministratore Delegato, Renault Italia).

I veicoli anche detti “definiti da software” (SDV) sono in grado di interagire con l’utente e l’ambiente circostante, elaborando informazioni, apprendendo e agendo autonomamente in modi e secondo criteri analoghi a quelli dell’essere umano. Sono dotati di una pluralità di componenti standardizzate e un’elevata integrazione, trazione elettrica o ibrida plug-in, la cui potenza sarà significativamente superiore rispetto all’attuale, pur mantenendo un design semplificato e leggero.

Facendo un “passo indietro”, fino all’“Era Habilis”, i primi autoveicoli “comparsi” disponevano soltanto dei sistemi di trazione, manovra e trasmissione, costituiti rispettivamente dal motore, dai freni, dal sistema di sterzo e dalla trasmissione della potenza alle ruote. Tutti gli altri componenti erano considerati opzionali. Nel tempo, la tecnologia elettrica ha assunto un ruolo sempre più rilevante nello sviluppo del comfort, trasformando in elementi di serie, quelli che precedentemente erano considerati costosi optional. La svolta decisiva è avvenuta con l’introduzione dei sistemi di controllo elettronico, noti come “centraline”. Ad esempio, di importanza cruciale è stata l’introduzione della centralina di controllo del motore, che ha permesso di ottimizzare le dinamiche di funzionamento dell’intero sistema di trazione, riducendo i costi e migliorando l’affidabilità e le prestazioni. In un veicolo ancora dell’Era definibile “Neanderthalensis” sono presenti, mediamente, tra le 20 e le 80 centraline (dette nodi), tutte dotate di software più o meno complessi. L’Automobile Sapiens, invece, è equipaggiata con un’unica unità di calcolo centrale ad alta potenza (HPC), specificatamente destinata all’IA e alla connettività (chip-to-cloud), che utilizza un software unico per governare e comunicare con tutte le componenti di bordo.

Il sistema di sterzo è by-wire, mentre il sistema frenante è wireless, con decelerazione gestita dai motogeneratori elettrici. Questa configurazione di connessioni senza fili contribuisce a ridurre la massa del mezzo (uno degli elementi che maggiormente incidono sull’autonomia di un veicolo elettrico), aumentando al contempo lo spazio disponibile.

Le luci esterne fungono anche da strumento di comunicazione intelligente con l’utente e l’ambiente circostante. L’accesso può avvenire tramite riconoscimento facciale, eseguito dal veicolo stesso o con smartphone. All’interno, telecamere di riconoscimento identificano ciascuno degli occupanti, attivando automaticamente le loro preferenze e regolazioni personalizzate, anche per le superfici vetrate dotate di sistemi opacizzanti modulabili.

La plancia potrebbe prevedere esclusivamente comandi vocali o gestuali, utilizzando il parabrezza come principale HMI, integrando la realtà aumentata. L’impianto di climatizzazione è ‘olistico’, poiché sfrutta l’aerazione e l’azione combinata dei sistemi di riscaldamento per sedili, volante e ambiente, anche attraverso l’irraggiamento.

I punti di contatto tra il corpo e il veicolo, come i sedili e il volante (eventualmente retrattile e a scomparsa), se ancora presenti, sono dotati di sensori.

La virtualizzazione del veicolo permette di portare con sé le proprie impostazioni anche nel car sharing e per tutte le altre forme di Mobilità come Servizio (MaaS).

Cosa accade quando la creatività non è confinata all’immaginazione umana? Le macchine ora sono in grado di apprendere e non solo di imitare, generando autonomamente nuove idee, progetti e soluzioni. È l’Intelligenza Artificiale Generativa.

Quale sarà, dunque, la nuova Era? Si sta cercando di rendere l’IA più simile all’uomo, incorporando il Quoziente Emozionale (QE) in chatbot e assistenti virtuali, identificando lo stato emotivo degli utenti in base a fattori come l’espressione facciale, la postura, il tono e il linguaggio, per avere informazioni più approfondite sulle emozioni dell’utente ma anche sul suo stato di salute psicofisica, migliorare esperienza di guida e sicurezza, e offrire servizi customizzati. La nuova automobile conoscerà prima di noi i nostri stessi desideri, le nostre voglie, e ci proporrà il famoso cioccolatino prima ancora che noi possiamo dire “Ambrogio, avrei voglia di qualcosa di buono”.

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