Il mistero della Apple car non finisce mai

Ma cosa succede a Cupertino? Sono quasi sette anni che si parla della Apple Car (o iCar, forse), con indiscrezioni, supposizioni, rivelazioni, render realizzati da designer ed appassionati, che però non hanno mai trovato concretezza. Il colosso californiano, pur avendo nominato, già due anni fa, capo del progetto Apple Car il responsabile dell’Apple Watch, Kevin Lynch, continua a mantenere totale riserbo sull’effettivo grado di sviluppo della sua prima automobile. Una doppia sorpresa perché le start-up fanno a gara per raccontare di progetti (che spesso non vengono portati a compimento) e perché Apple ha un’immensa fama di innovatrice, in ogni campo. Non riuscire a farcela, sarebbe smacco tecnico-morale più che economico. Secondo alcuni analisti americani, tutte le fantasie (l’ultima delle quali ipotizzava una sorta di gigantesco iPad in grado di fungere da tavolo da ufficio all’interno dell’abitacolo), non hanno riscontri oggettivi, o perlomeno, se non saranno presto seguite da azioni concrete da parte di Apple, le probabilità che la vettura elettrica con il logo della mela morsicata sul cofano venga realizzata, sono ridotte al lumicino. Quello che evidentemente manca, è una strategia di acquisizioni o partnership in settori industriali essenziali per una società che produce computer, telefoni e sistemi operativi, ma che non ha tutte le competenze interne per gestire lo sviluppo e la produzione di una vettura elettrica. Non è un segreto che la Casa di Cupertino abbia assunto centinaia di ingegneri (come lo stesso Elon Musk ha rivelato alcuni anni fa), ma fare tutto da soli è esattamente l’opposto di quanto sta succedendo nel mondo dell’automobile, dove alleanze, partnership e condivisioni di piattaforme sono ormai diventate la prassi. Ma si sa che Apple in questo resta fedele al concetto di crearsi tutto in famiglia. Pare che Kevin Lynch abbia inizialmente spinto per il lancio di un’auto a guida autonoma di livello 5 nel 2025, ma secondo altre fonti, sembra più probabile che, se il progetto andasse in porto, l’iCar avrebbe funzionalità più limitate, basate su sensori lidar e radar – simili a quelli già sul mercato – ma comandati dal misterioso super-processore Denali. Il problema principale comunque è la mancanza di chiarezza su quale tipo di piattaforma possa essere alla base del veicolo: all’inizio del 2021 sembrava fosse vicina ad un accordo con Hyundai, ma non se n’è più saputo nulla, nonostante, almeno in apparenza, Apple stia continuando a registrare brevetti negli Stati Uniti che potrebbero avere a che fare con una vettura elettrica. L’ultimo, che, con un po’ di immaginazione, suggerisce un interessante sistema di guida retrattile, è stato depositato pochi mesi fa e potrebbe riferirsi a volante e pedali in grado di rientrare all’interno dell’abitacolo quando non vengono utilizzati. Può essere un segnale che porta nella direzione di una vettura capace di passare dalla modalità di guida manuale a quella totalmente autonoma, o semplicemente uno stratagemma per aumentare lo spazio a bordo e realizzare effettivamente l’auto-ufficio che altri brevetti avevano fatto ipotizzare. Ovviamente sono tutte ipotesi e, per ora, CarPlay è la cosa che più si avvicina al mondo dell’automobile realizzata da Apple. Qui la buona notizia è che le innovazioni apportate per gli iPhone 15 e iPhone 15 Plus serviranno a migliorare la popolare applicazione che permette di sfruttare le potenzialità dei modelli Apple con l’infotainment della propria vettura. Merito del rilascio del nuovo sistema operativo iOS 17 che porta nuove funzioni – disponibili a breve – per comunicare con più espressività e condividere facilmente. Invece, di strada per arrivare ad una vettura vera e propria ce n’è ancora molta (tra il 2025 ed il 2027 secondo gli ottimisti), mentre, confortati anche dal parere di esperti analisti che ritengono già saturo il mercato per far posto ad ulteriori brand, i pessimisti hanno messo la parola fine all’idea di vedere una Apple Car. Per il godimento di Elon Musk che non perde l’occasione di punzecchiare (o proprio criticare) Apple un giorno sì e l’altro ancora.

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