La forza dell’usato

Il mercato di seconda mano tiene. Il diesel si è fermato, come le transazioni fra privati Manetti: “Gli italiani però non vogliono ancora rinunciare ai motori tradizionali”.

Si parla sempre del futuro prossimo (e lontano) del mercato del nuovo, finendo per trascurare l’usato: settore più vitale, particolarmente in Italia, come dicono recenti dati ACI: nel 2019, per 100 auto nuove ne sono state vendute 159 usate e nel 2023 il numero è salito a 184. In pratica, il mercato dell’usato ha resistito meglio di quello del nuovo, aumentando la quota rispetto alle immatricolazioni. E con ben 2,9 milioni di passaggi di proprietà nello scorso anno si è avvicinato ai livelli pre-Covid, con circa il 6% da recuperare, mentre il nuovo incontra molte difficoltà a tornare ai livelli precedenti. Ci sono stati cambiamenti nella scelta dell’utente tipo italiano come spiega Gioia Manetti, Senior Vice President e CEO di AUTOproff Italy e AutoScout24 Spa, il più grande marketplace automotive online a livello europeo. “I dati mostrano, che la grande quota di passaggi di auto diesel che aveva contraddistinto il 2019 si è progressivamente ridotta a favore principalmente di ibride ed elettriche e in parte verso le auto a benzina. Un’altra tendenza è la diminuzione della quota di transazioni tra privati, a vantaggio della vendita tramite dealer ufficiali o rivenditori: probabilmente riflette la domanda da parte dei clienti di maggiore professionalità durante la trattativa e l’acquisto ma anche la necessità di fruire di vari servizi come finanziamenti, assicurazioni e garanzia”. Alla luce dei risultati poco brillanti e delle note perplessità verso la transizione elettrica, c’è la sensazione che sino a quando non ci sarà il vero stop al termico, si venderanno tantissime auto a benzina e diesel. “Oggi gli italiani confermano di non voler rinunciare ai motori tradizionali, soprattutto perché non vedono un ecosistema pronto ad accogliere un numero elevato di vetture elettriche. Va detto che secondo gli ultimi dati statistici forniti dall’ACI, l’età media del parco circolante è pari a 12,6 anni, composto per la stragrande maggioranza di auto con alimentazione tradizionale, che gli italiani cambiano ogni sette anni circa, secondo le nostre indagini” continua la Manetti. L’analisi dei passaggi di proprietà dell’ACI nel mese di gennaio 2024 racconta che il 45,1% circa riguarda le vetture diesel, il 37% quelle benzina, il 6,9% le ibride e solo lo 0,6% le elettriche. Per la cronaca, secondo l’indice di AutoScout24 il prezzo medio di un’auto elettrica usata sul portale è di circa 31mila euro, ovvero circa 10mila euro in più rispetto ad un usato a benzina o diesel. “Immaginiamo che queste percentuali accompagnino il mercato dell’usato anche per i prossimi anni, con un aumento maggiore nelle compravendite di vetture ibride, sempre più apprezzate nel mercato del nuovo e già in crescita in quello dell’usato: su AutoScout24 ad inizio anno, la quota è più che raddoppiata rispetto a gennaio 2023. In ogni caso, a differenza del mercato del nuovo, dove le immatricolazioni sono strettamente influenzate dalle strategie dei singoli brand verso il 2035, quello dell’usato avrà ancora spazio per le alimentazioni tradizionali” prosegue la CEO. Proprio il Centro Studi di AutoScout24, in uno dei suoi ultimi sondaggi ha rilevato che il 65% del campione intervistato resta contrario al blocco delle immatricolazioni di auto termiche dal 2035. “Principalmente perché crede che le vetture elettriche o a carburanti rinnovabili abbiano comunque un impatto ambientale alto, che l’infrastruttura di colonnine di ricarica difficilmente sarà equiparabile a quella delle stazioni di rifornimento e perché entro quella data la tecnologia non raggiungerà i livelli di autonomia offerti dalle auto termiche” sottolinea la Manetti.Molto interessante è un’altra risposta a una domanda del sondaggio: ma cosa accadrebbe se mancassero sei mesi al 2035? Gli intervistati prevedono una corsa sul filo di lana per accaparrarsi modelli benzina e diesel di ultima generazione, nuovi o usati recentissimi, così da poterli utilizzare per un discreto periodo di tempo successivo al blocco. Non è sensazione, insomma: ci aspettano anni turbolenti, ma interessanti in prossimità del traguardo.

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