La quinta generazione della Cooper ha cambiato il look, ma non le dimensioni Garantisce sempre un ottimo comportamento dinamico e una gran tenuta di strada
Mini nasce nel 1959 in Inghilterra. La leggenda vuole che Sir Alec Issigonis tracciò le iconiche linee su un tovagliolo di carta. Mini nasce a tre porte. Lo spazio giusto per quattro persone con i bagagli, pochi. E se erano tanti si potevano caricare anche sul tetto come la ruota di scorta sulle versioni che hanno partecipato a mitici rally come il “Montecarlo”. Negli anni poi la famiglia Mini si è allargata con le sorelle Clubman, Paceman, Countryman cinque porte e chi più ne ha più ne metta. Ma la versione tre porte continua ad essere la più amata dagli appassionati. Ormai giunta alla quinta generazione si caratterizza per un design minimalista e per innovazioni digitali. Due le varianti di propulsione. Grazie a un motore quattro cilindri da 204 cavalli di potenza massima, che è adottato dalla Cooper S, accelera da zero a 100 in 6,6 secondi e ha una coppia massima di 300 Newtonmetro. La velocità massima è di 242 km/h. Meno sportiva, si fa per dire, la Cooper che invece adotta un motore a tre cilindri in grado di esprimere 156 cavalli e una coppia da 230 Newton metro. La velocità massima è di 225 km/h. Comunque brillante anche lo scatto della Cooper che le consente di passare da zero a 100 orari in soli 7,7 secondi. Per entrambe il cambio è automatico a sette rapporti con doppia frizione. Il manuale non è disponibile neppure come optional.
La silhouettes resta compatta, le dimensioni esterne infatti non sono cambiate rispetto alla quarta generazione. La lunghezza è pari a 3.876 mm, la larghezza è di 1.744 mm e l’altezza è 1.432 mm. Il peso di “soli” 1.260 kg della Cooper garantisce sempre un ottimo comportamento dinamico. Sbalzi e cofano corti che contrastano con il passo lungo caratterizzano l’estetica. Come anche le luci diurne che sono a LED orizzontali e formano una firma luminosa facilmente riconoscibile. Ma restano inglobate nel classico proiettore a forma ovale. Totalmente nuove invece le luci posteriori sempre a LED che una volta accese disegnano una bandiera inglese. Potrebbero non piacere a tutti.
Decisamente innovativi gli interni caratterizzati da un enorme display rotondo con tecnologia OLED posto centralmente. Ha una definizione che raramente si è vista a bordo delle automobili. L’head up display che proietta le informazioni davanti al volante non è di serie ma ci sentiamo di consigliarlo come optional. Permette infatti di visualizzare i dati più importanti senza distogliere lo sguardo dalla strada. Tra i pacchetti di optional importante il “Mini navigation” che offre come optional il supporto alla visualizzazione 3D e alla realtà aumentata che mostra sul display ciò che vede la telecamera anteriore integrandolo con frecce digitali che indicano la direzione da prendere: impossibile perdersi. Un totale di 12 sensori a ultrasuoni nella Mini supportano i sistemi di assistenza alla guida e aumentano la sicurezza supportando lo sterzo e il mantenimento della corsia come parte del pacchetto Driving Assistance Plus. Il controllo automatico della velocità e della distanza rende la guida ancora più piacevole. Sale a bordo anche Spyke un cane digitale che appare sotto forma di Avatar sul display e con il quale si può interagire dicendo “Hey Mini” per controllare poi un’ampia gamma di opzioni come la navigazione, la telefonia e l’intrattenimento. Quattro le varianti di allestimento: Essential, Classic, Favoured e John Cooper Works. A quest’ultima non mancano neppure i badge anteriori e laterali che hanno identificato sino ad oggi la variante caratterizzata dal motore più potente in assoluto. Presto arriverà anche lei. Va detto che Mini Cooper S perde il doppio scarico posteriore. Non si vede più. Resta sotto il paraurti. Resta intatto invece il go-kart feeling. Su strada infatti l’esperienza di guidare una Mini continua ad essere tendenzialmente diversa da quella che si può avere su auto dello stesso segmento. Lo sterzo è sempre preciso e la frenata puntuale, ottima la tenuta di strada anche durante forti temporali come quelli che hanno caratterizzato il giorno della nostra prova. Una sportiva che si nasconde sotto mentite spoglie, quelle di una vettura che si trova bene anche in città ma che se richiesto è in grado di sfoderare gli artigli e di lasciare alle sue spalle auto ben più potenti e costose. Parliamo quindi di prezzo. Si parte da 28.900 euro per la Cooper che salgono a 31.900 per la Cooper S. Con il pacchetto John Cooper Works si arriva a 39.980. Attingendo alla lunga lista degli optional si potrebbe arrivare vicino ai 50.000 euro. Va detto che non si compra una semplice quattroruote ma si ha la chiave d’accesso al mondo Mini fatto di raduni ed esperienze. Insomma Mini Style.