Il racconto di un diciassettenne che al campus della Bovisa ha frequentato il corso Race Car Dynamics
Race Car Dynamics. Questo è il titolo del corso che si è tenuto al Politecnico di Milano nelle prime due settimane di giugno. Quando l’ho scoperto non mi sembrava vero. Per un appassionato di auto e di corse come me era davvero perfetto. Cinque giorni di lezioni in inglese nel campus di Bovisa con professori universitari in cattedra al mattino e laboratori “hands on” al pomeriggio. Gli studenti? Ragazzi delle superiori dal secondo anno. Decido subito di partecipare, invio il modulo e vengo selezionato. Ecco allora che lunedì 10 giugno alle 9.30 sono in aula con altri 35 ragazzi come me. Curioso, ma anche emozionato, è la mia prima volta in università. Entra il professor Stefano Melzi, il docente per quel giorno, e, dopo una breve introduzione, si va subito nel vivo della lezione: come le auto possono scaricare al meglio la potenza sui rettilinei.
La giornata di martedì è incentrata invece su come percorrere le curve nella maniera più veloce. Quella di mercoledì sugli effetti delle superfici aerodinamiche sul veicolo e giovedì su come ottimizzare il setup complessivo dell’auto. In pratica abbiamo studiato i vari fattori che influenzano la trazione di un auto da corsa, elemento chiave in ogni competizione motoristica. Centro di massa, sospensioni, gomme e aerodinamica: questi sono alcuni degli aspetti che abbiamo approfondito. Ma non abbiamo fatto solo teoria. Nei laboratori pomeridiani si potevano sperimentare con mano gli effetti sul veicolo dei parametri discussi nella mattinata, lavorando a gruppi e gareggiando tra di noi.
È un attimo e siamo già al venerdì. Nel pomeriggio presentiamo il lavoro svolto durante la settimana. Il corso è finito e il tempo al Politecnico è volato.
È ora di tirare le somme. Mi è piaciuto? È stata senz’altro un’esperienza interessante, ma sarebbe stato bello se il corso fosse andato ancor più nello specifico. E i laboratori me li immaginavo meglio attrezzati.
Modellini di Lego, macchine radiocomandate, una mini galleria del vento 20×20 e un volante da simulazione, di quelli che si comprano per la Playstation, montato su tavolo. Insomma… Eppure al Poli di Milano hanno una galleria del vento pazzesca, in grado di ospitare auto in scala 1:1. Avrebbero potuto almeno farcela vedere, ma spero ci saranno altre occasioni anche per entrare nei laboratori che sono tra i più attrezzati d’Europa. Forse per il costo della settimana (800 euro) mi aspettavo qualcosa di più riguardo alle attività pomeridiane. Memorabile però partecipare a diciassette anni a lezioni tenute da docenti universitari e ricevere la testimonianza diretta degli studenti che costruiscono le auto e le moto sperimentali. I ragazzi me ne hanno mostrata una realizzata da loro che aveva addirittura il forcellone posteriore in carbonio come solo quelle in Moto GP. Esperienze che solo questo corso può offrire. Potendo tornare sui miei passi forse avrei scelto uno degli altri sei corsi del programma TechCamp@POLIMI del cui argomento non conoscevo nulla. Per maggiori informazioni sui corsi: techcamp.polimi.it. Le iscrizioni si effettuano tramite modulo online.