C’è una parola che nel mondo dell’auto rischia di passare in secondo piano, fino a essere dimenticata. Una parola su cui sono state costruite la maggior parte delle case automobilistiche mondiali. Anche se deriva dal latino pati, patire, ha un significato molto più gioioso. Si tratta della passione, quella benzina che ci mette in movimento anche quando siamo stanchi e vorremmo starcene sdraiati sul divano. Quando proviamo passione per qualcosa ci dovremmo sentire meglio. Quando facciamo un lavoro con passione, lo faremo meglio. Quando ci lasciamo guidare dalla passione, sappiamo che alla fine ne saremo premiati.
Non passa sondaggio che non ci racconti come i ragazzi di oggi non abbiamo più passione per le auto, le vedono ormai come un semplice mezzo di trasporto per muoversi. Che la patente non è più un obiettivo primario quando si raggiunge la maggiore età. Tutto vero, per carità. Lo dicono i sondaggi, lo confermano le statistiche.
Poi però capita di imbattersi in qualcosa di diverso, qualcosa dove la passione la senti appena entri in una stanza. Ti guardi attorno e non vedi soltanto gente oltre gli “anta”. Vedi anche dei ragazzi. Ascolti le loro domande, le loro curiosità. Allora in giro c’è ancora qualcuno che ama l’auto per quello che rappresenta, per quello che è e non solo perché ci può portare a destinazione. È l’atmosfera che si respira alla Monrace, una manifestazione nata come tributo a Gilles Villeneuve e piano piano trasformatasi in un concorso in movimento aperto alle auto storiche, ma anche alla Instant Classic. Quest’anno è partita dal Porsche Center in Franciacorta per viaggiare nel nord est fino a casa di Miki Biasion e poi al Museo Nicolis di Villafranca. Un viaggio tra la bellezza delle ville venete fino a ripercorrere le tracce di una celebre gara in salita come la Vittorio Veneto-Cansiglio. Una ventina di equipaggi ha sfidato il maltempo portando il bello in mezzo al bello, ma soprattutto distribuendo passione per auto che sono opere d’arte. Organizzata da ASA a.s.d. e Mc26 Sport grazie alla famiglia Lecce, è un messaggio positivo tra tante cattive notizie che circondano l’auto.
Come da anni è ormai un bel messaggio anche quello che trasmette Milano Auto Classica che arriverà in Fiera a Milano-Rho dal 15 al 17 novembre con la sua 14esima edizione. Un appuntamento che nel corso degli anni è cresciuto a vista d’occhio sotto la regia di Andrea Martini che l’ aveva lanciato nel 2012. Con il passare degli anni si è aperto alle Youngtimer e alle Instant Classic, ai club, al mercato diretto, alla ricambistica, all’oggettistica, alle barche d’epoca. E quest’anno ci saranno un sacco di iniziative per attirare i giovani. A partire dalla presenza dei brand più prestigiosi, dei Club e dei Musei che contribuiscono alla storia della cultura motoristica, si potranno ammirare i modelli più rappresentativi di Aston Martin, Bentley con due anteprime assolute, la nuova Continental GT e la nuova Flying Spur Mulliner, Caterham, MOKE e Morgan, rappresentati da Romeo Ferraris, il dipartimento Heritage di Stellantis, il grande ritorno di Alfa Romeo, Ferrari Classiche, Kimera Automobili, Lotus-PB Racing, McLaren, MG e Musei Ferrari. Presenti, inoltre, BMW Club Italia, Ferrari Club Italia, Lamborghini Club Italia, Porsche Club Italia e 777 Club. L’area celebrazioni della Club House di Milano AutoClassica quest’anno rende omaggio ai favolosi 70 anni della Mercedes-Benz 300 SL W198, ad “Ali di Gabbiano”, una delle più affascinanti gran turismo di tutti i tempi. E il sabato verranno festeggiati anche i 40 anni della Ferrari Testarossa con un grande raduno. Non ha le dimensioni di Auto Moto d’Epoca che in questo fine settimana ha riempito la Fiera di Bologna, ma è un altro luogo pieno di passione. Quella che serve all’auto in mezzo a tanta confusione.