Per ora sono ordinabili solo due modelli, ma entro l’autunno l’offerta sarà completa. E con auto di qualità.
La Tesla fa titolo sia che Elon Musk parli di corsa allo spazio sia per un incidente mortale di una Model 3 in mezzo al Texas. Poi si guardano i freddi numeri e si scopre che BYD ha chiuso il 2022 al primo posto nella classifica dei produttori dei cosiddetti NEV (New Energy Vehicle) che comprendono le auto elettriche e ibride plug-in. Il dato che salta all’occhio è l’incredibile balzo fatto dal brand cinese con un incremento del 211% di produzione: quanto a crescita, sono stati superati solo da Geely che ha però volumi molto più bassi (351.356 unità) ed è ottava in classifica. Tesla è seconda assoluta, per la cronaca, con 1.314.000 unità e quindi resta nettamente in testa per le BEV ma attenzione a BYD che ha tutte le carte in regola per allungare. Anche perché sino al 2003, BYD Company – la holding creata nel 1995 a Shenzen, in Cina – si era concentrata sull’elettronica di consumo. Con risultati clamorosi: in dieci anni ha conquistato più della metà del mercato mondiale delle batterie per telefoni cellulari diventando il secondo produttore in assoluto e il secondo per quelle al nickel-cadmio. Nel 2022, la capitalizzazione è stata pari a 134 miliardi di dollari. Dopo 27 anni di sviluppo, l’azienda è passata da 20 dipendenti a circa 290.000 addetti, con oltre 30 parchi industriali e più di 40 filiali in tutto il mondo. BYD vanta ora un ambito commerciale diversificato che copre automobili, trasporto ferroviario, nuova energia ed elettronica. La divisione automotive, nata nel 2003, è nata quando la compagnia si è ritrovata a essere l’unica azienda al mondo a disporre in casa delle tecnologie fondamentali per realizzare veicoli ‘a nuova energia’: batterie, motori, sistemi elettronici di controllo e chip. Potendo contare su un mercato in piena espansione – il primo modello F3 raggiunse un milione di vendite in Cina. La vera svolta è arrivata nel 2021 con la creazione di una nuova piattaforma elettrica (denominata e-Platform 3.0) che ha portato l’anno seguente BYD alla decisione di chiudere tutta la produzione di auto con motore endotermico. Per una scelta lucida di mercato, ma soprattutto tecnologica: in casa aveva la Blade Battery, realizzata in litio ferro fosfato (LFP), che fa a meno del cobalto e garantisce maggiore sicurezza, resistenza e durata. È diventata anche un buon riferimento in termini di protezione dei passeggeri, come dimostra il massimo punteggio (5 stelle) ottenuto nei test EuroNCAP della scorsa stagione. Riconoscimento non secondario per iniziare l’assalto alla più che mai confusa Fortezza Europa. Adesso è il turno dell’Italia, patria di eroi, poeti, santi e guidatori non elettrici: anche per questo, colpisce l’ampiezza della sfida. In pratica, solo il maxi-Suv Tang, per ora, non fa parte della gamma per il nostro Paese dove i primi modelli ordinabili si chiamano Atto 3 e Han e poi in autunno arriverà anche il Suv compatto Dolphin (419 cm di lunghezza, 204 Cv di potenza) a partire da 30.790 euro. Il primo è un Suv di taglia media (è lungo 446 cm), equilibrato nello stile, con 204 Cv di potenza e un’autonomia dichiarata nel ciclo medio di 420 km. Due le versioni in listino, con altre due pronte a rinforzare l’offerta entro fine anno: per ora, quindi, ci sono la Comfort a 41.990 euro e la Design a 43.490 euro. E’ senza dubbio più provocatoria la Han, ‘berlinona’ ad alte prestazioni (0-100 km/h in 3,9 secondi), lunga quasi 5 metri, con due motori elettrici per una potenza complessiva di 517 Cv: si è già portata a casa dei riconoscimenti per il design, aggressivo il giusto e molto pulito. Il listino da 70.940 euro la colloca in fascia premium, che la dotazione tecnologica e un raffinato abitacolo giustificano. E questo è solo l’inizio, ma un brand che sceglie come nome l’acronimo di Build Your Dreams ci pare evidente che non abbia paura.