L’orgoglio di Imparato, il ceo della casa di Arese, che spiega: “Un’auto all’altezza del nostro passato per portarci nel futuro”.
Riflettori puntati ad Arese per la nascita della nuova Alfa Romeo 33 Stradale: il lancio di un modello così orgogliosamente esagerato è un biglietto da visita di inestimabile valore. Realizzare una supercar come questa, dal nome tanto evocativo, che si lega alla 33 sportiva e a quella Stradale degli Anni ‘60, è uno sfoggio di ambizione e ambizioni. Ma, come dice Jean Philippe Imparato, ceo dell’Alfa Romeo, “non si tratta di un’operazione di marketing. Abbiamo voluto realizzare un modello che avesse una qualità al massimo livello e che fosse pensato con i clienti, insieme a loro”. Dunque, l’Alfa Romeo 33 Stradale rinasce all’interno di una strategia precisa, che punta alla crescita del marchio, alla transizione verso l’elettrico e ai bilanci positivi. Condizioni e obiettivi non facili da tenere assieme. “Abbiamo realizzato la prima fuoriserie dal 1969 – spiega Imparato – anche se tecnicamente questa non è una fuoriserie. Abbiamo voluto un’auto che fosse all’altezza del nostro passato, ma che rappresentasse un ponte verso il futuro, qualcosa di cui gli alfisti possano essere orgogliosi”. Del resto la strada che sta percorrendo la Casa è segnata dalle complessità che sta vivendo l’intero mondo dell’automotive. “La storia è fonte di ispirazione, non una gabbia nostalgica – prosegue il ceo – Volevamo un mattone sul quale costruire il domani della nostra casa”. Un domani che è stato confermato nella sue linee portanti, con un modello nuovo ogni anno, lanci pianificati fino al 2027 e altri in cantiere sino al 2030. “Il messaggio è che questa Alfa Romeo 33 Stradale è costruita qui, in Italia. Del resto gli stabilimenti dove vengono prodotti i modelli Alfa Romeo, Pomigliano e Cassino, sono competitivi. Pomigliano sta facendo il suo lavoro, per la Tonale abbiamo ordini fino ad aprile 2024. Anche Cassino sta facendo un bel lavoro”. Tornando alla 33 Stradale: “Abbiamo lavorato senza compromessi, con una qualità sartoriale e artigianale. Questo è un progetto senza timidezze, evocativo, che richiama la nostra identità e sa guardare all’elettrificazione”. La costruzione è affidata alla Carrozzeria Touring Superleggera. La nuova 33 Stradale è un gioiello che nasce anche sviluppando tecnologie e idee già presenti nel gruppo Stellantis: il riferimento è alla Maserati MC20 per la versione termica o alla Folgore per quella elettrica. Le caratteristiche tecniche sono di altissimo livello: disponibile un motore biturbo 3 litri V6 da oltre 620 CV, con cambio a doppia frizione e 8 rapporti, trazione posteriore e differenziale elettronico a slittamento limitato oppure una versione BEV (elettrica pura a batterie) con una potenza di oltre 750 hp (circa 760 CV) e autonomia stimata in 450 km. Le prestazioni sono di conseguenza: la velocità massima è di 333 km/h, l’accelerazione da 0 a 100 avviene in meno di 3 secondi, la frenata da 100 km/h a 0 in meno di 33 metri. “Abbiamo venduto tutte le 33 disponibili, c’è anche una lista d’attesa (qualora qualcuno rinunciasse, ndr) e ci ha sorpreso che molti non abbiano ancora deciso se scegliere la versione benzina o quella elettrica”. Si ipotizzava una netta preponderanza di clienti “termici”, ma alcuni hanno voluto convertire l’ordine (anche da Paesi dove benzina e auto sembrano un binomio non scindibile). “Questa 33 stradale ha generato un interesse incredibile e prometto che non sarà l’ultimo modello di questo tipo”, le parole di Imparato. Per andare incontro ai clienti e ai loro desideri di personalizzazione è stato creato un gruppo di professionisti (si chiama la “Bottega” ed è un comitato presieduto dallo stesso Imparato) che segue il progetto di ogni singola auto, perché nessun esemplare esca dai binari stilistici, ma al contempo ognuno di essi sia differente dagli altri. “Ciascuna di queste 33 Stradali – si dice ad Arese – è un’opera d’arte”. Al vernissage privato sono giunti 27 dei 33 clienti, da ogni angolo del mondo (qualcuno è italiano). Tutti esigenti, esperti, attenti a ogni dettaglio. “Abbiamo il pieno sostegno di Carlos Tavarez e sentiamo vicine tutte le persone che amano o che hanno amato l’Alfa Romeo, come Sergio Marchionne – aggiunge Imparato -. Questo risultato poteva arrivare solo con la competenza e la passione del nostro team e il pieno supporto del gruppo dirigenziale”. Alejandro Mesonero, il capo del design, che opera al Centro Stile di Torino, ha spiegato il concetto di “bellezza necessaria”, ma soprattutto ha raccontato del grande lavoro di ricerca aerodinamica, all’insegna della pulizia delle linee. “Vedete forse un spoiler?“ ha chiesto ironicamente Imparato. L’auto è un concentrato di meraviglie: le portiere si aprono ad ala di farfalla, i gruppi ottici anteriori integrano prese d’aria, persino gli specchietti retrovisori sono stati studiati con funzione aerodinamica. I colori sono tre (due rossi e un blu), gli allestimenti due (ma sono tali le personalizzazioni che in realtà ce ne sono tantissimi). Il numero di telaio è individuale, diventando una specie di firma unica e indelebile. Gli interni sono volutamente corsaioli: un solo cluster davanti al volante, zero schermi per l’infotainment, nessuna distrazione, totale concentrazione sul piacere di guida di un modello senza eguali. Il gusto di guidare una Alfa Romeo 33 Stradale non nasce da accessori collaterali, ma dall’auto stessa. Per la messa a punto a Balocco ha contributo anche Valtteri Bottas, pilota di Formula 1 della squadra Alfa Romeo. Un tema, quelle delle corse,che porta Imparato a inquadrare anche il versante sportivo, ora che l’avventura nella massima competizione (almeno nella forma attuale) sta per finire. “Posso dire che non abbandoneremo lo sport”. Ma su una derivazione sportiva della 33 Stradale (l’originale degli Anni 60 fece il percorso inverso) è rimasto vago. Più facile che si trovi un modo per tenere il marchio in Formula 1 (al lancio di Arese c’era anche Stefano Domenicali), ma questa è una storia diversa da quella che si appresta a vivere la 33 Stradale. Una storia unica, che non ha bisogno di confronti o paragoni.