La mobilità è sostenibile a quattro condizioni: che aumenti la sicurezza di tutti gli utenti della strada – inclusi i più vulnerabili –, che riduca il suo impatto ambientale, che sia più rapida e comoda e soprattutto che sia più economica e che tutti possano accedervi. Se non tutti potranno utilizzare le attuali e future forme di mobilità innovativa, allora non sarà una mobilità realmente sostenibile, ma solo una mobilità privilegiata, a disposizione di chi è in grado di accedervi.
Una mobilità sicura, pulita, economica ed efficace è un diritto di tutti e non può e non deve diventare un elemento di esclusione sociale. Oggi le auto elettriche hanno ancora un costo importante e la mancanza di infrastrutture sulle reti autostradali costringe ad usarle quasi esclusivamente come city car. Io stesso che a Roma ho un’auto elettrica, se devo andare a Napoli, non mi fido a prenderla perché dovrei preoccuparmi su come e dove ricaricarla.
L’auto elettrica sfonderà quando si potrà andare da Milano a Roma senza problemi e soprattutto quando avremo una quantità sufficiente di energia proveniente da fonti rinnovabili. Perché se l’auto elettrica la alimentiamo con energia che arriva dalle centrali a carbone non ha senso. Il Governo fa bene a incentivare l’auto elettrica, ma non è così che riusciremo a svecchiare il parco circolante.
In Italia abbiamo il parco circolante più vecchio d’Europa: l’età media delle autovetture è 11 anni e 6 mesi e ben 4,5 milioni di veicoli hanno più di 23 anni, sono euro zero…
Ma chi guida quelle vetture anche in presenza di incentivi non passerà mai all’elettrico… va aiutato a passare a vetture che comunque inquinano meno. Oggi un diesel euro 6 di seconda generazione, alimentato con carburanti ecologici, inquina meno di un’auto elettrica se facciamo il conto dell’intero ciclo vita… E’ anche assurdo che continui a esserci la riduzione del 50 per cento della tassa di possesso per i veicoli da 20 ai 30 anni: sono davvero pochi quelli di interesse storico…
Mobilità sostenibile, però, non significa qualche migliaio di auto elettriche, accessibili ancora a pochi per costi e flessibilità di utilizzo. Come non lo è un car sharing sfruttabile principalmente dalle generazioni più giovani o più dinamiche, che non si integra al meglio con le altre forme di trasporto. Per centrare questo obiettivo – tanto ambizioso quanto irrinunciabile – occorre mettere in campo tutte le capacità, le esperienze, le conoscenze utili a realizzare un trasporto concretamente integrato tra pubblico (bus, metro, taxi), condiviso (sharing di auto, moto e bici) e privato. Occorre partire dalle necessità della mobilità di oggi, analizzando l’enorme patrimonio di dati che possediamo, i cosiddetti Big Data, per individuare le soluzioni più aderenti per semplicità, economicità e senza aggravio di fatica o complicazioni.
Bisogna preferire mezzi di trasporto a basso impatto ambientale, diffondere una migliore conoscenza sul tema delle emissioni collegate all’impiego dei diversi carburanti ed adottare comportamenti che rispettino sia le persone che l’ambiente, anche quando si utilizzano mezzi ecologici, per favorire l’accessibilità e l’inclusività di tutti i cittadini.
Se da una parte aumenta il numero di chi sceglie forme di mobilità dolce o la micro mobilità elettrica per muoversi in città, dall’altra l’auto rimane il principale mezzo di trasporto. È importante, pertanto, oltre al rispetto delle regole da parte di tutti, la realizzazione di adeguate infrastrutture e percorsi dedicati. Bisogna rivedere la mobilità in ottica sostenibile ed ecocompatibile a tutti i livelli, tenendo sempre in primo piano la nostra incolumità e quella degli altri utenti della strada.
Una mobilità sicura, pulita, economica ed efficace è un diritto di tutti e non può e non deve diventare un elemento di esclusione sociale. Nel 2021 rilanceremo la nostra campagna #Rispettiamoci. Quest’anno l’abbiamo lanciata con successo a favore dei ciclisti durante il Giro d’Italia, ora la indirizzeremo a favore dei pedoni. Siamo tutti pedoni quando usciamo di casa. I pedoni sono indifesi e vanno “coccolati”. Anche se sono distratti e attraversano la strada parlando al telefonino vanno rispettati, difesi.
Servono delle regole anche per chi usa i monopattini e viaggia sui marciapiedi. Diventano un pericolo anche quando vengono parcheggiati dovunque nelle nostre città.
Servono educazione e rispetto. Solo così andremo verso una mobilità davvero sostenibile.