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Quell’alberello profuma le nostre auto

by Redazione
20/08/2022
in Scenari e Tendenze
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Compie settant’anni Arbre Magique il deodorante per auto diventato un mito In Italia grazie alla Tavola Spa. “Lo evolveremo per stare al passo con le elettriche”.

Semplicità e qualità sono le componenti che fanno diventare un prodotto un’icona. Il titolo di mito l’Arbre Magique l’ha conquistato di diritto proprio perché incarna perfettamente queste qualità. Ormai il familiare profumo per auto con la caratteristica forma di pino accompagna i viaggiatori da 70 anni, da quando nel 1952 il geniale chimico tedesco-canadese Julius Sämann lo inventò. Per anni si era dedicato allo studio degli aromi delle conifere nelle foreste del Canada. Poi un giorno l’illuminazione quando vede un lattaio che si lamenta dell’odore insopportabile dei latticini che trasporta. Il prodotto originale si chiamerà Little Trees e verrà fabbricato dall’americana Car Freshner a Watertown, New York. Nel mondo lo si trova sotto diversi nomi: “Magic Tree” in Regno Unito e Irlanda, “Wunder-Baum” in Svezia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Finlandia e Danimarca, mentre “Arbre Magique” è il nome battezzato in Francia, Italia, Spagna e Portogallo. E se il simpatico alberello è arrivato anche in Italia bisogna ringraziare Giancarlo Tavola, attuale presidente della società Tavola S.p.A che nel 1964 avvia la distribuzione esclusiva del deodorante anche nel nostro Paese. L’azienda esiste dal 1947 quando Enrico Tavola, il padre di Giancarlo, fonda una società individuale di import-export tra l’Italia e gli Stati Uniti, specializzata in accessori per auto, un bene a cui all’epoca pochissimi potevano accedere. Nel 1975 diviene anche produttrice del deodorante. Da allora l’azienda è leader nel mercato e il mito continua anche qui da noi. Giancarlo vede l’alberello per la prima volta in un taxi di New York. A quei tempi nelle auto di servizio si può fumare, bere, mangiare e non sempre l’odore è gradevole. Per questo motivo l’Arbre Magique diventa il miglior alleato dei taxisti. Ed è proprio grazie a loro che il mito prende forma. Complice nella sua promozione e nel renderlo così popolare anche la tecnica di distribuirlo accompagnato dalle immagini delle pin-up dell’epoca, tra queste un altro mito, Marilyn Monroe. Se prima lo si usava per coprire gli odori, la sua evoluzione lo ha portato ad usarlo con lo scopo di emanare profumo: chi lo mette nelle scarpiere, chi negli armadi, chi negli ambienti della casa. Tutti iniziano ad acquistare il prodotto e l’alberello entra a far parte della cultura pop. Lo ritroviamo nei film come in “La leggenda del re Pescatore” di Terry Gillian con Robin Williams che lo porta al collo, mentre il killer di “Seven” lo usava per confondere le sue tracce. Anche in “Repo Man-Il Recuperatore” compare il famoso alberello. Nel mondo dell’arte menzione speciale per Jean-Michel Basquiat, writer e pittore statunitense, che realizza un’opera nel 1984 riproducendo proprio il caratteristico pino. La musica non è rimasta indifferente all’Arbre Magique che viene citato nella canzone “Sei un mito” degli 883. Ma lo troviamo anche nei testi di Articolo 31, Calcutta e Beastie Boys. Il marchio Little Trees è stato associato agli sport motoristici: diventa sponsor della Formula 3 in Italia nel 1986, per le gare della Porsche in Germania e negli Stati Uniti nel campionato NASCAR con il pilota Mike Olsen. Nella musica, nell’arte, nello sport e nelle nostre case inizia a far parte della quotidianità di tutti noi. Come un soprammobile che ci fa compagnia, che ci strizza l’occhio. Con le sue 30 profumazioni diverse non lascia nessuno insoddisfatto. La più apprezzata? Quella alla vaniglia, poi lo “Sport” con un sentore più mascolino e infine il pino che è anche quello che identifica il marchio. “Sia donne che uomini amano l’Arbre Magique, anche se c’è stata un’evoluzione grazie al genere femminile che ha sicuramente contribuito a rendere più sofisticati alcuni profumi” racconta Gianpaolo Re, amministratore delegato della Tavola S.p.A. dal 1986. Una delle ultime profumazioni messe in commercio è la “Black rose” che con la sua grafica impattante e la sua essenza raffinata incontra i gusti di tantissimi consumatori. Anche il packaging è importante. L’alberello è fatto in cellulosa, materiale totalmente ecologico che può essere recuperato. La confezione in cui è inserito è fatta da cellophane riutilizzabile al 100%. Neanche la forma è lasciata al caso. L’idea del pino, a trapezio, permette di distribuire meglio il profumo nell’abitacolo. Il segreto del successo per Sämann fu il fatto che la sua intuizione si è allineata con i tempi, li ha assecondati, addirittura li ha anticipati, andando a posizionarsi sul mercato nel periodo del pieno sviluppo dell’industria automobilistica. Ma per rimanere così impresso nella memoria di tutti e riuscire a spegnere 70 candeline dalla sua creazione non basta l’intuizione originale. Serve sapersi adeguare ai gusti dei consumatori. E questo Tavola S.p.A è stata sicuramente in grado di farlo. “Per diventare un’icona qualsiasi prodotto deve avere delle componenti fondamentali: semplicità, comprensibilità e funzionalità. Chi lo acquista deve essere felice e contento di utilizzarlo per farlo diventare parte della propria vita” spiega Gianpaolo Re. L’Arbre Magique è riuscito a sopravvivere anche a periodi difficili come quelli del covid, intrappolati e segnati dal lockdown e spostamenti limitati. La vendita in questo caso è calata, ma non appena le misure si sono allentate, si è registrata un’impennata di acquisti che ha superato la media precedente alla pandemia. Un grande successo per un prodotto che non smette di essere amato e apprezzato da tutti. Probabilmente il fatto che siamo stati costretti a rimanere chiusi in casa per così tanto tempo ci ha fatto venire voglia di una ventata di freschezza. L’Arbre Magique era lì ad aspettarci. Ci aspetterà ancora in futuro, magari in altre forme, in altre profumazioni. Sicuramente l’obiettivo è mantenerlo ecologicamente friendly. “Quando ci saranno solo le macchine elettriche, quando l’attenzione sarà sempre di più sulle emissioni nocive di CO2, il nostro prodotto dovrà tenere conto di questo. Si evolverà insieme ai gusti e ai tempi” conclude l’amministratore delegato di Tavola. Con una prospettiva simile è facile pensare che l’alberello continuerà a far parte della nostra quotidianità anche per i prossimi 70 anni. Magari riusciremo a portarlo su Marte. Potrebbe esserci bisogno di una ventata di aria fresca anche lì sopra.

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