Da Brescia a Roma e ritorno e quest’anno passa anche da Milano. E’ un tuffo nel passato, ma anche un viaggio nel futuro con le hypercarEd ecco la guida autonoma della Maserati Cielo con un robot al volante.
Se Enzo Ferrari la definì: “La corsa più bella del mondo” significa che la Mille Miglia è davvero qualcosa di speciale. Un rito che si ripete in una versione diversa da quella eroica e ardimentosa che un poker di amici aveva inventato per “vendicarsi” della scelta di far disputare il Gran Premio d’Italia a Monza e non a Brescia. Era il 1927 e i quattro moschettieri erano due nobili, il conte Aymo Maggi, pilota prima di tutto ma anche finanziatore, e il conte Franco Mazzotti, giornalista, pilota e finanziatore insieme a Renzo Castagneto, quello che di fatto era il vero e proprio organizzatore e Giovanni Canestrini, il decano dei giornalisti italiani nel settore delle automobili. Brescia-Roma-Brescia fu la loro prima idea e Brescia-Roma-Brescia è ancora il (oggi lo chiameremmo) format della manifestazione. Che fino al 1957, anno del disastroso incidente alle porte di Mantova che costò la vita al pilota spagnolo De Portago, al suo navigatore e a nove spettatori (cinque dei quali erano bambini), era una gara in tutto e per tutto. I piloti si sfidavano tra di loro con prestazioni eccezionali, al punto che nel 1955 la Mercedes 300 SLR di Stirling Moss e Denis Jenkinson percorsero i quasi 1600km ad una media di oltre 157 km/h. Un record che dimostra innanzitutto quando fosse “vera” quella competizione ma anche che farla disputare su strade diverse dai circuiti fosse oggettivamente pericoloso. L’onda pubblica emozionale dopo lo schianto di De Portago (causato dallo scoppio di uno pneumatico) fu tremenda. Ci fu anche un processo penale nei confronti (tra gli altri) di Enzo Ferrari (che ne uscì assolto) e soprattutto arrivò la decisione di chiudere definitivamente la “corsa più bella del mondo”. Almeno in quella versione. Passarono vent’anni e lo spirito indomito dei bresciani fece in modo di far rinascere la Mille Miglia in una versione diversa. Sempre di competizione parliamo ma non più di velocità bensì di regolarità. Nella quale ci sono alcuni equipaggi, non moltissimi, che si sfidano a colpi di migliori tempi nei rilevamenti cronometrici. E ce ne sono invece una larga maggioranza che trascorre la corsa come un lungo serpentone attraverso paesaggi dal punto di vista naturalistico ed architettonico unici al mondo. Tecnicamente è dunque una gara di regolarità e la partecipazione è consentita solo alle vetture prodotte entro il 1957 che avevano partecipato o risultavano iscritte alla corsa originale. E’ questo il legame storico che rappresenta il tratto d’unione tra la “corsa più bella del mondo” come era nata nei desideri dei fondatori e quella che l’Automobile Club di Brescia e Mille Miglia Srl ogni anno rendono sempre più ricca. L’edizione 2023, tra le altre cose, sarà per la prima volta su cinque giorni. Dal 13 al 17 giugno. Partenza classica da Brescia, 2000km complessivi (quindi un po’ più delle 1000 miglia) e un lungo filo conduttore che abbraccia Brescia e Bergamo come capitali della cultura 2023, i 100 anni dell’Aeronautica Militare Italiana (il claim è “In volo verso il futuro” e in ogni tappa gli equipaggi toccheranno luoghi emblematici dell’Aeronautica) oltre ai passaggi iconici a San Marino, via Veneto a Roma, piazza del Campo a Siena, il centro di Milano (per festeggiare i 120 anni di Automobile Club Milano) fino al ritorno in viale Venezia a Brescia. Mille Miglia è sì un grande tuffo nel passato, una lunga immersione in un tempo nel quale sentire profumo (non chiamatelo odore, per carità) di olio e benzina era un tratto distintivo della vettura, un “come eravamo” che riporta alle vetture di nonni e bisnonni e che in molti offre lo spunto per ricordare quando il suono (anche qui, non chiamatelo rumore) dei motori ai più esperti faceva subito capire di che auto si trattasse senza nemmeno vederla. Mille Miglia è un rito che si ripete sempre uguale ma sempre diverso. Uguale perché rispetta le sue tradizioni, la “punzonatura” il giorno prima, i turisti che assiepano Piazza della Vittoria a Brescia dove le vetture fanno bella mostra di loro, gli immancabili cacciatori di selfie, gli sguardi incuriositi degli automobilisti di tutti i giorni che si accorgono al semaforo che accanto a loro c’è un gioiello dal valore inestimabile con a bordo un guidatore con occhialoni da aviatore e magari il bagaglio sul baule posteriore accanto alla ruota di scorta. Diverso perché gli organizzatori di Mille Miglia Srl ogni anno aggiungono un dettaglio, una suggestione, un appuntamento inedito. Oltre tutto il calendario di Mille Miglia è ormai spalmato su 10 mesi visto che le manifestazioni che definiremmo collaterali, dalla Coppa delle Alpi alle edizioni “warm up” negli Usa, in Giappone e negli Emirati Arabi Uniti sono diventate un impegno che va molto oltre la settimana di metà giugno. Una scelta, quella di spostare Mille Miglia da maggio a giugno, testata l’anno scorso e confermatissima quest’anno. Per motivi climatici ma non solo. Muovere una carovana di oltre 400 equipaggi più tutta l’organizzazione ha bisogno di un numero di alberghi aperti che non sempre è stato semplice trovare in maggio. E’ davvero fuori strada chi pensa sia una manifestazione nostalgica. Mille Miglia, anche nella sua versione Green, è anche un fortissimo richiamo al futuro. Lo è per il lungo corteo di Hypercar che precedono la carovana, autentici gioielli della tecnologia moderna. Tra questi ci sarà nell’edizione 2023 un’assoluta novità. Il progetto si chiama “1000 Miglia Autonomous Drive” ed è in partnership con il Politecnico di Milano e il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile. E’ la prima sperimentazione mondiale di un veicolo autonomo su una strada pubblica con alta varietà di percorso (quindi con all’interno tratti stradali lineari ma anche, ad esempio, l’attraversamento del Passo dell’Abetone). La Maserati MC20 Cielo percorrerà una parte del tracciato della Mille Miglia con a bordo un “robot driver” che la porterà in giro in totale autonomia. Per rispettare tutti i protocolli di autorizzazione alla sperimentazione ci sarà in auto anche un pilota umano, Matteo Marzotto. Marzotto è anche membro del consiglio di amministrazione di Mille Miglia srl, è un pilota esperto visto che ha già partecipato più volte alla Mille Miglia e celebrerà i 70 anni dalla storica vittoria della corsa da parte dello zio Giannino. L’obiettivo è arrivare al 2024 e far percorrere l’intero tragitto della corsa in totale modalità autonoma. Tratti di futuro per una manifestazione che affonda radici profondissime nel costume e nella tradizione italiana e che merita di mantenere l’appellativo di “corsa più bella del mondo”.