Con l’intelligenza artificiale le auto diventeranno più empatiche Non solo cambieranno l’illuminazione seguendo il tuo umore Potranno trasmettere emozioni aumentando la sicurezza a bordo
Sei bloccato nel traffico e ti senti stressato. La tua auto rileva la tua frustrazione attraverso le espressioni facciali e le intonazioni della voce. In risposta, regola l’illuminazione ambientale su una tonalità rilassante, riproduce musica distensiva e offre persino suggerimenti di mindfulness. È il riconoscimento delle emozioni, la tua auto capisce il tuo umore.
Il sogno che sta per trasformarsi in realtà non è quello di una KITT ipertecnologica e saccente, ma di un’intelligenza artificiale generativa che trasformerà la tua auto in una compagna empatica, adattandosi al tuo stato emotivo e, magari, facendoti anche credere di essere meno sapiente di te. È l’era dall’Automobile Sapiens, concetto introdotto dall’Osservatorio Auto e Mobilità (OAM) della Luiss Business School a seguito di una recente ricerca sull’impatto dell’AI sull’automobile.
Sistemi di riconoscimento delle emozioni nei veicoli saranno in grado di rilevare l’umore e lo stato di attenzione del conducente, regolando di conseguenza i meccanismi di sicurezza. Ad esempio, se un guidatore mostrasse segni di sonnolenza, stress o malori, il sistema potrebbe emettere avvisi o addirittura assumere il controllo per prevenire potenziali incidenti. Ma l’auto potrebbe essere ancora più perspicace, e in base alla conoscenza acquisita sul tuo stile di guida, comprendere quando stai procedendo guardingo puntando possibili posteggi disponibili, per suggerirti direttamente dove trovare un parcheggio libero.
La biometria, in combinazione con il rilevamento e l’analisi del volto, consentirà il riconoscimento facciale e potrà aiutare a creare un profilo del conducente significativo che contribuirà a portare l’intera esperienza dell’abitacolo a un livello superiore. L’esempio più ovvio è l’identificazione del proprietario del mezzo, per prevenire il furto dell’auto. Se una persona non riconosciuta tentasse di avviarla, il sistema potrebbe lanciare allarmi e/o bloccarla. Attraverso la gestione delle autorizzazioni, i genitori avranno la possibilità di imporre restrizioni per i figli alle prime esperienze di guida, come un limite di tempo o di velocità.
L’auto potrebbe, anche, determinare quanti passeggeri ci siano sul sedile posteriore, chi siano, quale sia la loro posizione relativa, come si sentano e altro ancora, per poi impostare le caratteristiche di sicurezza dell’auto, come le cinture o l’airbag, per ciascun utente, in base alla sua età, all’anatomia e alla disposizione, diffondendo la musica favorita, settando la temperatura ottimale, attivando la voce dell’assistente di guida per comunicare in maniera famigliare come se fosse il domestico di casa, chiamando ciascuno con il suo nome.
In base alla mia espressione contrariata a seguito di un errore di interpretazione del navigatore, invece di continuare a ripetere “Fare inversione a U il prima possibile” potrebbe dirmi “Brava Rita, non avrei svoltato qui ma, tutto sommato, non è una brutta strada, potremmo seguire un nuovo tragitto”. Oppure, vedendo dipinta sul mio volto l’insicurezza nell’eseguire una retromarcia, potrebbe incoraggiarmi “Forza, ce la puoi fare, so che ne sei capace”.
Se i passeggeri iniziassero una discussione accesa, il sistema sarebbe capace di distendere i toni con musica e luci interne rasserenanti. Se sembrassero stanchi, potrebbe regolare i sedili in maniera confortevole per agevolare un pisolino. Rilevando la presenza di bambini, sarebbe in grado di bloccare i contenuti dell’infotainment a loro non adatti e ricordare al conducente di verificare se tutte le misure di sicurezza richieste, come il seggiolino o l’alzatina, siano presenti, prima di avviare l’auto. Saprà anche allertare sul posizionamento scorretto di un giovane viaggiatore o sul trasporto di un animale domestico incustodito, per evitare incidenti mortali. Non accadrà più che un genitore dimentichi un infante dopo aver lasciato il suo mezzo, evitando le terribili conseguenze di cui si ha talvolta notizia.
Con l’avvento delle auto autonome e semi-autonome, il focus del monitoraggio si espande dal conducente all’intera cabina. Inoltre, una sfida importante per l’accettazione sociale degli AVs è quella di comunicare le loro intenzioni e garantire lo stato di attenzione ai pedoni vicini e agli altri utenti vulnerabili della strada. Una direzione decisiva nell’esplorazione di strategie di comunicazione efficaci è lo sviluppo di interfacce uomomacchina esterne (eHMI). Le soluzioni attuali sono molteplici, ad esempio, i modelli di illuminazione a LED montati sul veicolo sono stati utilizzati per indicare lo stato di consapevolezza di un pedone nelle vicinanze o l’intenzione di arrestarsi o muoversi.
Qualora ti fosse piaciuto il film di animazione “CARS”, sappi che la tua auto potrebbe un giorno somigliare a Saetta McQueen. Alcuni ricercatori hanno sperimentato caratteristiche antropomorfe per integrare gli attuali modelli di comunicazione conducente-pedone, con l’implementazione di occhi mobili che seguano la posizione dei pedoni sulle strisce pedonali. Altri hanno provato una mano stilizzata che si agita per indicare la “resa” al passaggio dei pedoni e un supporto elettronico che mostra un sorriso per informarli che è sicuro attraversare.
Le eHMI saranno impiegate anche per trasmettere messaggi visualizzando pittogrammi e testi. L’infrastruttura stradale sarà aggiornata per raccogliere dati dai veicoli autonomi e trasmettere le informazioni ai pedoni tramite una strada intelligente, in cui le strisce pedonali e gli stessi cartelli diventeranno supporti interattivi.
Questi approcci si concentrano su una comunicazione empatica che evochi risposte immediate, talvolta emotive, per coordinare in maniera proficua le azioni tra i soggetti di interazione. Le ricerche in questa direzione stanno portando gli AVs ad esprimere le emozioni tramite “messaggi affettivi”, molto importanti nella comunicazione interpersonale, anche se non necessariamente ambasciatori di un contenuto funzionale, ma per migliorare l’accettazione dei cittadini nei confronti della guida autonoma, che è strettamente legata alla sicurezza e alla fiducia percepite.