L’osservatorio Compass: in città il 38 per cento sceglie ancora l’auto, ma il 24 possiede almeno un mezzo elettrico.
Come dicevo domani, citando l’insuperato Umberto Simonetta, un giorno ci muoveremo, in città, con mezzi pubblici super puntuali e ad alta frequenza, su auto elettriche piccole e su moto elettriche e biciclette muscolari o a batteria, rispettando un limite di velocità di 30 chilometri orari su tutto il territorio urbano, percorrendo strade finalmente libere dalle auto parcheggiate ai lati. Nel frattempo, armiamoci di buona educazione e santa pazienza, seguendo l’esempio di coloro che, già adesso, utilizzano mezzi a impatto zero e non criticano misure intelligenti oltre ogni ragionevole dubbio, come le ZTL e la limitazione della velocità dei veicoli, essendo, quest’ultima, un fattore certo di rischio. In caso di frenata di emergenza, a 30 orari un’auto si ferma in metà dello spazio necessario a un’auto che viaggia a 50 orari (13,3 metri contro 27,7); in caso di investimento di un pedone, a 30 orari c’è il 90 per cento di possibilità di sopravvivenza, a 50 orari il 50 per cento. Bene Bologna, dunque, che ha avuto il coraggio di una scelta da molti criticata, abbassando il limite a 30 orari in città. Anche i cittadini di Graz non erano tutti favorevoli alla Zona 30 (44 per cento nel 1992, al momento della sua introduzione), ma due anni dopo la percentuale era salita al 77 per cento, e al 67 tra gli automobilisti. Forse perché, con il nuovo limite, la mortalità conseguenza di incidenti si era dimezzata. Proiettati al futuro, ma ancora troppo pochi, coloro che oggi scelgono di muoversi in città con le due ruote. Secondo uno studio dell’Osservatorio Compass appena pubblicato, su un campione di mille soggetti, il 38 per cento continua a scegliere l’auto per gli spostamenti quotidiani, e solo l’8 per cento la bici e il 5 per cento la moto o lo scooter. Per quanto riguarda l’elettrico a due ruote, solo il 16 per cento possiede una e-bike, ma c’è un dato interessante: appena due su dieci vivono nelle grandi città, e il 24 per cento degli intervistati ha dichiarato di possedere almeno un mezzo elettrico in famiglia. Le motivazioni della scelta cambiano: l’e-bike attira per l’agilità nel traffico, l’attività fisica e il divertimento; lo scooter è apprezzato per la possibilità di accedere alle ZTL e per i contenuti tecnologici; la moto elettrica è scelta per il risparmio sui costi del carburante e per la sostenibilità ambientale. L’elettrico continua a non convincere tutti: per esempio, la maggioranza (39 per cento) sceglierebbe una moto tradizionale, in caso di acquisto di un veicolo nuovo. Le immatricolazioni moto, intanto, in Italia continuano ad aumentare: +17,9 per cento nel 2023, con un trend in continua crescita negli ultimi dieci anni. Il contrario per i ciclomotori (-11,8 per cento nel 2023), sostituiti da e-bike o altre soluzioni di micromobilità. Vero boom per le bici: +72 per cento nel confronto 2022 su 2019, con oltre 1,7 milioni di pezzi venduti nel 2022, di cui 337 mila e-bike. Con 23.383 mezzi immatricolati, e una crescita del 59 per cento rispetto all’anno precedente, il 2022 si è chiuso con una penetrazione dei veicoli full elettric pari all’8,3 per cento del totale del mercato a due ruote. Per quanto riguarda le auto, negli ultimi due anni la percentuale di full elettric è stabile al 4 per cento, ma con le ibride e plug-in si arriva al 45 per cento del totale (2023), a “danno” dell’alimentazione a gasolio, che negli ultimi otto anni è passata da una quota di mercato del 55 per cento a una del 18 per cento. Dunque un trend positivo, per la mobilità sostenibile, ma numeri ancora troppo piccoli per un presente che vorrebbe, appunto, essere già domani