Quando la rivedi sotto il sole fa tutto un altro effetto. L’Alfa Junior che avevamo conosciuto come Milano, sotto i riflettori della sede dell’Ac Milano, è molto più interessante se vista dal vivo con la luce giusta. Balocco, il centro prove di Stellantis, è pieno di Junior. Rosse, Nere, Bianche. Non ancora omologate perché questa è la versione Veloce, la più cattiva di quelle in arrivo sulla più piccola delle Alfa Romeo sul mercato. Perché la prima cosa di cui tenere conto quando parliamo di quest’ultima Alfa è che si tratta di una entry level, di un’auto che va a sostituire la Mito. E se avete presente la Mito capirete a prima vista che qui stiamo giocando in un altro campionato. Alfa Romeo Junior è lunga 417 cm e larga 178 con un raggio di sterzata di 10,5 metri, non è una sportiva, ma un crossover sportivo con una faccia intrigante, un profilo filante e una coda tronca che dà da pensare, ma che poi a ben vedere ha un suo perché (anche aerodinamico).
Alfa Junior Veloce ha sotto il vestito un motore elettrico in grado di sviluppare 280 cavalli (contro i 156 della versione elettrica base) e pesa solo 1590 chili presentandosi come la più leggera del segmento con 200 chili in meno di auto decisamente più sportive della stessa categoria. I numeri sono invitanti, come le parole di Eligio Catarinella, Daniel Guzzafame e Domenico Bagnasco che la presentano. “Alfa Junior è la nostra ricetta per tornare nel segmento dei 4 metri. In un formato compatto abbiamo racchiuso la nostra anima sportiva e il nostro spirito audace e sfidante”. È una piccola Alfa con una grande sfida davanti riassumibile in tre obiettivi: “essere un’auto da guidare tutti i giorni, la prima auto per i giovani o la seconda auto di famiglia; essere un veicolo molto efficiente perché deve incarnare il concetto di sportività del 21° secolo e ovviamente offrire quel divertimento di guida tipico di ogni Alfa Romeo”. Alfa Junior si presenta bene. Ha qualche richiamo al passato come è giusto che sia per una casa storica, ma è soprattutto un’auto che guarda al futuro. E’ la prima Alfa Romeo elettrica, ma anche la transizione tra il termico e l’elettrico visto che si è giustamente deciso di offrire entrambe le versioni agli alfisti vecchi e nuovi. Il popolo Alfa non è facile da convincere, ma va anche riconosciuto che oggi sarebbe folle puntare solo sugli alfisti di ieri. C’è bisogno di attirare gli alfisti di domani e Junior (ma quanto era più bello Milano, accidenti al ministro Urso) sembra avere le carte in regola. “Non abbiamo lavorato per l’alfista puro, ma abbiamo spinto, cercando comunque di rispettare l’heritage. Junior ha un frontale più carico e forte che segna una voglia di cambiamento, una fiancata atletica e dinamica per rappresentare la sportività e la velocità e una coda tronca che richiama la storia e si chiude in maniera pura con la sua funzione aerodinamica”, racconta Giovanni Ribotta, responsabile del design di Junior, una matita cresciuta alla scuola di Lorenzo Ramaciotti.
In versione Veloce con ruote da ruote da 20 pollici, fa un certo effetto. Anche il prezzo però non è banale: 48.500 euro. Sono comunque già aperti gli ordini per le due versioni “più tranquille”, l’ibrida, equipaggiata dal 1.2 tre cilindri benzina da 136 Cv e 230 Nm di coppia, cambio automatico eDct6 e consumi dichiarati di 19,2 km/l, parte da 29.900 euro, mentre la prima delle edizioni elettriche, quella da 156 Cv, parte da 39.500 euro. È un’Alfa da esportazione che arriverà su 26 mercati. Una vettura globale con un compito imprescindibile: fare cassa per permettere ad Alfa Romeo di proseguire con i suoi sogni.