Abbiamo guidato per settimane una X1 xDrive 30e MSportcon un motore a tre cilindri a benzina da 110 kW (150 cv) e un elettrico da 130 kW:ci si abitua in fretta a essere automobilisti ibridi, ci vuole un po’ di più per parcheggiarla viste le dimensioni…
Un’auto non si guida, si indossa. Questo penso, mentre, abbandonando il casello autostradale, sento il motore elettrico spingere e, a trenta orari, passare il testimone a quello termico a benzina, un passaggio silenzioso, naturale, quasi impercettibile. E proprio come un abito, penso, un’auto contribuisce a definirci, a dire al mondo di noi, finché, in un certo senso, noi cominciamo ad assomigliare a lei. Non capita con tutte le auto, naturalmente. Occorrono stile, personalità ben definita e una certa dose di classe. Occorre, soprattutto, che l’auto ci consenta di aspirare a qualcosa di più, rispetto all’automobilista che eravamo. Di più, ma per meglio dire, di altro. Occorre, dunque, che lei permetta il gioco della seduzione e favorisca un cambiamento, una trasformazione, che è ciò che mantiene un automobilista curioso e gli regala una gioia semplice, per quanto non scontata: la gioia di guidare. La Bmw X1 che mi sta accompagnando, oggi, nel mio viaggio autostradale, è riuscita a compiere questa magia. Già alla vista è proiettata in un mondo che ha poco a cui vedere con quello razionale delle nostre strade. Il gioco dei volumi il disegno delle forme, l’azzardo di certi tratti, assolutamente non percepibili nelle fotografie, la rendono quasi un corpo estraneo verso le auto che ne incrociano la marcia. Sembra che lei percorra una strada tutta sua, in una tensione alle cose come dovrebbero essere, non semplicemente come sono. È qualcosa che ho verificato di mattina in mattina: la quotidianità non la fiacca, l’incantesimo non si rompe. Al primo sguardo della giornata tutto si rinnova, come un abito che, dopo l’utilizzo, abbia ricevuto le cure per risorgere a vita nuova, e nuovamente ci seduce, ci strappa un sorriso solo apparentemente immotivato. Poi sali a bordo, e il mondo dentro è spettacolare quanto quello fuori, forse di più. È un mondo digitale, elettronico. Le convenzioni si fermano al volante e ai pedali. Tutto il resto è un presente che sa di futuro e crea, e pretende, un dialogo continuo con l’automobilista. È un’auto pensante, la X1. Continua a parlarmi, mentre guido: quando cambio carreggiata, quando super il limite di velocità, quando parcheggio, quando sto per terminare l’energia della batteria. Contrariamente a quanto potevo immaginare, ciò non mi distrae, anzi, tiene la mia attenzione sempre desta, e non rappresenta perciò un pericolo, a differenza del telefono, perché mi fa concentrare sulla guida. Con macchine come lei, gli automobilisti sono più simili a piloti di aeroplani. Guidano, ma allo stesso tempo tengono tutto sotto controllo. Bisogna farci l’abitudine, naturalmente, come con tutte le cose nuove. Lo schermo, panoramico e avvolgente, è una sorpresa, e mi è sembrato che, da subito, stridesse con la foggia del volante, molto aggressivo, con le razze scavate, quasi eccessivamente sportivo – d’altronde è un pacchetto MSport. Invece rappresentano, molto semplicemente, le due anime della X1: la tecnologia, e la guida. Perché lo storico, vincente claim di BMW, piacere di guidare, trova conferma anche in questo modello, che non nasce per sfidare le curve, ma offre il gusto della guida caratteristico delle creature di Monaco. È però, appunto, un qualcosa di più, che si cerca solo a tratti, che si nota in una rotonda affrontata un po’ più allegramente, in una esse in cui si è impostata la traiettoria più favorevole. Mi rendo conto, infatti, che le leve del cambio al volante non le ho ancora usate: non ne ho sentito l’esigenza. Non so neppure quanto faccia di velocità massima, e d’altronde non mi interessa, è un numero così anacronistico, fino ridicolo, oggi. La X1 nasce per un utilizzo garbato, pretende una guida educata, a prezzo di perdere la sua classe, o meglio, di perderla noi. È nelle sfumature della guida che la si apprezza, nelle sospensioni adeguatamente sostenute anche in curva, nel volante preciso e pesante il giusto. Molto Bmw, in questo. Infatti, chi ha tradizione con Monaco, si sentirà subito a casa. Velocità di crociera, rettilineo, 130 orari: immagino un sottofondo di Dave Brubeck e mi sento bene, il motore è silenzioso, uno sguardo alle informazioni proiettate sul parabrezza e poi torno all’orizzonte, con il tappeto d’asfalto steso come all’infinito davanti a noi; mi piacerebbe potermi vedere da fuori, anzi poterla vedere scivolare in questo panorama autostradale che ha una sua bellezza dovuta al tema del viaggio, dicotomia tra partenza e arrivo, abbandono e congiungimento, fuga e approdo. Devo superare una macchina che viaggia, solitaria, nella corsia di mezzo, e un’altra ne sopraggiunge dietro, allora affondo il piede sull’acceleratore ed ecco l’altra Bmw, spinge forte e mi proietta in avanti, il sorpasso è uno scherzo, devo levare il piede, velocità eccessiva. Meccanicamente, come avrei detto una volta, questa X1 monta un motore a tre cilindri (architettura splendida) a benzina da 110 kW (150 cavalli) e un propulsore elettrico da 130 kW. In modalità puramente elettrica potrebbe coprire un’ottantina di chilometri. In realtà, la batteria si consuma anche nell’utilizzo ibrido, e dopo una percorrenza media di 100-120 chilometri, con tratti anche extraurbani, deve essere ricaricata, tale è il suo contributo a una marcia ecologica. C’è anche il modo di preservare la carica, se per esempio si affronta un viaggio che terminerà nel centro storico di una città, dove il limite è 30 orari: impostando il navigatore, l’auto preserverà la batteria per potersi muovere in elettrico a destinazione. È una ibrida Plug-in, quindi la ricarica autonoma durante le frenate non basta, bisogna attaccare la spina a una fonte di energia elettrica. Anche quella di casa, volendo, basta una presa Schuko: in questo caso il tempo di ricarica supera le sette ore. Scendono a un’ora e 30 se si usa un Wallbox e a una ventina di minuti a una stazione di ricarica rapida. Ci si abitua in fretta a essere automobilisti ibridi. Un po’ di più si impiega a prendere le misure in parcheggio: le forme voluminose, l’imponenza della carrozza, gli splendidi cerchi da 19 non nascono per i parcheggi a bordo strada. È un inevitabile prezzo da pagare, ma così piccolo, rispetto al sogno che la X1 ti consente.