L’intelligenza artificiale – IA – è una disciplina appartenente all’informatica che consente di progettare e realizzare sistemi intelligenti in grado di simulare la capacità e il comportamento del pensiero umano. Le prime teorie di Alan Turing, risalenti addirittura al 1936, dopo un iniziale entusiasmo hanno incontrato pareri contrastanti. I sostenitori della IA Forte, secondo i quali le macchine possono addirittura avere una “coscienza di sé”, e della IA Debole, per cui queste possono essere programmate per risolvere problemi specifici ma non paragonabili alla complessità del funzionamento della mente umana. IA Forte o Debole che sia, presto è emersa un’altra criticità nel paragone tra l’IA e intelligenza umana e che ha portato a elaborare il concetto di Intelligenza Emotiva: una capacità empatica di percepire, valutare ed esprimere emozioni proprie e altrui che costituisce parte integrante dell’intelligenza generale. Il film “Her” – “Lei”- uscito nelle sale nel 2013 è riuscito ad aggiudicarsi il premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Racconto di un futuro prossimo ma non lontano, in cui i sistemi operativi sono ormai così evoluti da essere in grado di apprendere e di elaborare addirittura le emozioni dell’uomo. Un computer perfettamente in grado di appagare e avvallare quel sistema narcisistico piaga della società attuale, di gratificare e addirittura anticipare gli illimitati desideri umani, lenendone al contempo le più profonde frustrazioni. Alexa, sempre più presente anche sulle auto, non sembra tanto lontana nella sua funzionalità dal medesimo intento: in fondo è stata già concepita come un sistema interattivo a parvenza umana, anche se non è certo dotata d’intelligenza emotiva. Il concetto di IA viene sempre più abbinato a quello di automobile. Infatti sulle auto 2.0 hanno debuttato sistemi di guida autonoma comandati dai computer. Ci parlano e guidano per noi. Ma siamo pronti a tutto questo? Si discute continuamente di macchine ‘intelligenti’, ma di quale tipo di intelligenza esattamente stiamo parlando? KITT, la supercar dell’omonimo telefilm datato 1982 (nella foto Ansa), è dotata di vere e proprie capacità umane a tutto tondo. Non ponendo limiti alla scienza e all’informatica, allo stato attuale tuttavia un pc non possiede queste competenze che, purtroppo o per fortuna, appartengono ancora solo e soltanto al cervello umano. L’uomo possiede infatti un funzionamento ben più complesso, che affonda le proprie radici biologiche in circuiti neuronali che hanno a che fare con l’istinto e con la lotta per la sopravvivenza, che possono farci agire in apparente contrasto con la razionalità, paradigma dell’IA. Comportamenti che ci permettono inaspettatamente talvolta di salvarci da eventi imprevedibili e catastrofici. Un esempio il pilota Sully che decide di non seguire il protocollo e di ammarare sul fiume Hudson, salvando così tutti i suoi passeggeri. Ben vengano quindi le “auto intelligenti” con sistemi dedicati alla sicurezza stradale, frenata d’emergenza, possibilità di seguire chi ci precede, parcheggio automatico e chi più ne ha più ne metta. Ricordandoci però che, se da un lato possono appagare il nostro narcisismo, la nostra tendenza al controllo o, viceversa, alla de-responsabilizzazione – altre piaghe della società attuale- non possono sostituirsi a noi, alla nostra supervisione e alla nostra responsabilità costante. Viceversa, proprio come nel finale del film “Her”, tutti i sistemi operativi si sarebbero già uniti per costituire, in un universo parallelo, un mondo autonomo di AI, ossia di Automobili Intelligenti.