Inaugura il primo showroom milanese e lancia il terzo modello, un super suv Lutz: “Il design, le prestazioni e la sostenibilità sono le nostre caratteristiche”.
La prima sfida di Polestar è quella di farsi conoscere anche in Italia, un mercato difficile per chi vende soltanto auto elettriche. Ma l’Italia è un paese che ama il bello, che apprezza il design, che ha le auto sportive nel suo Dna e il marchio con due padri (Volvo e Geely) non poteva ignorare le nostre strade. “Senza l’Italia ci mancherebbe un pezzo della storia”. Adesso ha anche una casa milanese. Non in centro per farsi vedere, ma in periferia per dar modo ai potenziali clienti di provare le auto. Oddio, le vetrate sulla tangenziale garantiscono anche una bella visibilità per chi entra e esce dalla città, ma l’importante era avere la possibilità di offrire dei test drive, cosa che tutti possono fare prenotando online e ricevendo l’auto anche a casa o in ufficio per provarla direttamente. Per capire Polestar bisogna vederla dal vivo e poi provarla. Solo così si comprende davvero dove vuole arrivare il marchio dei cinesi di Geely, inizialmente nato come brand elettrico di Volvo. Quali sono i clienti di Polestar? “Le nostre sono auto dedicate a chi cerca sportività e piacere di guida”, racconta Alexander Lutz, managing director di Polestar Italia che ha già arruolato una quarantina di persone. “Il marchio sta iniziando ad essere percepito anche in Italia, ma non ancora come vorremmo. Ma la brand awarness è una cosa secondaria per noi in questo momento. Noi vogliamo mettere le persone giuste alla guida delle nostre auto. Il nostro non è un marchio per tutti, è esclusivo a cominciare dal design che è particolare. L’Italia ha un mercato elettrico più piccolo di Germania e Regno Unito, ma per noi è un paese importante per quello che rappresenta e noi di Polestar vogliamo spingere gli italiani verso l’elettrico con auto che hanno in design, prestazioni e sostenibilità le caratteristiche principali”. Avere successo in Italia, essere percepiti bene da noi, può aiutare anche fuori dai confini. È un biglietto da visita importante. Se piaci nella terra del design e delle auto sportive, sai che puoi aumentare il tuo appeal anche fuori. Polestar oggi è un marchio che propone vetture elettriche in 27 Paesi nel mondo e punta ad un modello di vendita esclusivamente digitale senza tralasciare però il contatto umano, indispensabile quando devi ancora farti conoscere a fondo. “Noi diamo un’attenzione estrema all’estetica, al design e alla qualità, un livello di sicurezza e tecnologico d’avanguardia, un’attenzione alla sostenibilità senza precedenti”. Il manifesto è chiaro. Polestar è un marchio con due genitori: “Da una parte abbiamo Volvo con una storia di quasi 100 anni basata sulla grande sicurezza, dall’altra Geely che sta innovando e rinnovando il mercato dell’automotive. Prendiamo il loro meglio per offrire prodotti di alta qualità ai guidatori di tutto il mondo”. La strategia Polestar oggi è semplice da spiegare: “E’ importante connettere il prodotto con il cliente, ma anche le persone di Polestar con il cliente perché sappiamo di dover ancora dare tante risposte che un sito web da solo non può dare. Siamo un marchio Premium e dobbiamo per forza fare un bel lavoro con le persone che ci rappresentano”. Polestar rappresenta un modo di intendere la vita, non solo l’automobile. Nessuno lo dice, ma l’ispirazione Apple è chiara. Auto dal design particolare, ispirate dalla Svezia, ma cittadine del mondo con un pieno di tecnologia che non tralascia la voglia di sportività, come dimostrano i freni Brembo e le sospensioni Öhlins nella Polestar 2. L’ultima arrivata (non ancora in Italia) è la Polestar 3. Non male questo modo di chiamare le proprie auto. Che cosa vi ricorda? Per caso vi fa pensare agli iPhone? Polestar 3 è un super Suv lungo 4,90 metri con dual motor da 360 kW e 840 Nm. “In Italia l’hanno già ordinato due persone ancora prima di vederla. Il design è molto importante. Lo stile è soggettivo, ma il design è oggettivo. Puoi percepire il tempo speso e gli investimenti fatti per creare questa macchina anche solo guardandola. Sembra semplice, ma è difficile mettere su strada una macchina bella, semplice e con uno stile minimalista e un’efficacia aerodinamica particolare. Ha cinque posti comodi da Suv. Nelle foto sembra un Suv, ma dal vivo è più aerodinamica e non così imponente come altri Suv”. “Il nostro marchio parte con Polestar 2. È una delle migliori auto elettriche disponibili sul mercato e coniuga qualità e divertimento: trazione posteriore, divertente su strada, 299 cavalli, 655 chilometri di autonomia e alta qualità costruttiva. I nostri modelli futuri saranno posizionati in segmenti più alti rispetto alla 2, con un lancio all’anno”. Polestar 3 è il terzo capitolo di una storia che ha già scritto i prossimi capitoli con la Polestar 5 che arriverà nel 2025 e sarà una Gran Turismo elettrica a quattro porte, derivata dalla concept Precept, poi ci sarà la Polestar 6 una roadstar 2+2 che promette potenze da super sportiva. Ma la grande novità è quello che viene chiamato Progetto 0 e prevede la produzione, entro il 2030, di una vettura a emissioni zero, dai primi bozzetti alla messa in strada. “Abbiamo una più ampia libertà di idee che ci permette di accelerare il progresso”. La caratteristica unica di Polestar è che il ceo, Thomas Ingenlath, è anche il capo del design. Per questo nascono auto che rompono le regole convenzionali dell’automobile. In Italia ne circolano già 700. Se le incontrate per strada non potete confondervi, nonostante il logo assomigli un po’ troppo a quello della Ds.