Il futuro della mobilità passa anche attraverso i concessionari. Anche loro travolti, ma non stravolti dalla trasformazione di questi ultimi anni. Roberto Scarabel, da pochi mesi presidente AsConAuto ha un punto di vista importante sul futuro del settore che sta resistendo alla tempesta di questi anni, tra carenza di materie prime, pandemia, guerra e chi più ne ha più ne metta. AsConAuto è l’Associazione Consorzi Concessionari Autoveicoli, nata il 7 settembre 2001 con lo scopo di unire le forze dei singoli consorzi di concessionari con un obiettivo comune: incrementare la vendita dei Ricambi Originali e abbattere i costi fissi di distribuzione. AsConAuto fornisce 24 mila clienti e con i suoi mezzi fa due giri del mondo al giorno. Una volta c’erano 24 mila mezzi che si muovevano per andare a prendere i ricambi. Oggi l’Associazione rifornisce tutti con i suoi furgoni. Meno mezzi in circolazione, meno traffico, meno inquinamento. Con l’idea di introdurre presto a Milano anche dei mezzi elettrici. L’obiettivo di sfondare entro tre anni il miliardo di euro. Non è lontano. Il 2022 si chiuderà bene, dribblando pure la difficoltà di consegne che aveva colpito anche qui: “Avevamo bisogno di 100 mezzi per rinnovare il nostro parco veicoli e siamo riusciti ad ottenerli permettendoci di mantenere il nostro mantra di 500 mezzi con un’età media di due anni, cosa che significa sicurezza per chi li usa ed essere ecologici”.
“Il bilancio di questi miei primi 5 mesi di presidenza è positivo per vari motivi – assicura Scarabel -. All’interno del consiglio c’è uno spirito di squadra ottimo che è essenziale per poter ottenere dei buoni risultati. Io poi arrivavo da anni di vicepresidente accanto a Guidi e quindi conoscevo bene le dinamiche oltre che la squadra che non abbiamo cambiato”.
“Chiuderemo l’anno con un buon incremento del volume distribuito con un più 15% fino a novembre. Dati che ci proiettano ad un distribuito di circa 840 milioni di euro. Stiamo andando verso l’obbiettivo del miliardo che ci eravamo prefissati nei tre anni di mandato del nostro consiglio”, sintetizza il presidente prima di dare uno sguardo a ciò che verrà: “Tutti parlano della trasformazione di contratto di agenzia, cosa che tocca anche il nostro core business perché alcune case hanno già previsto di ridurre il numero degli attori della distribuzione di ricambi, altre case avranno una riorganizzazione della rete con delle sovrapposizioni di hub e quindi AsConAuto deve proporre un modello di business nuovo sempre basato sulle richieste delle case mandanti che ad esempio chiedono vettori che facciano due consegne giornaliere, cosa che già facciamo. La nostra rete è coperta in tutta Italia tranne il Trentino Alto Adige dove però stiamo lavorando per poter arrivare al 100% di copertura nazionale”.
I concessionari sono pronti a cambiare. Tutto cambia nel mondo della mobilità. Siamo in un momento in cui chi si ferma rischia di perdere il treno. “Siamo già pronti a proporre ai dealer che cambieranno ruolo un modello distributivo più adatto. Ci avviamo ad avere un sistema ibrido anche nella distribuzione perché ci sono case che hanno deciso di tenere la concessione, mentre altre hanno deciso di passare subito al nuovo modello di partnership. Qualche casa lascerà ai concessionari i servizi ancillari, altre seguiranno i finanziamenti degli acquisti direttamente, arrivando addirittura a determinare il valore dell’usato. Noi dobbiamo diventare più brand di noi stessi. Dovremmo arrivare a suggerire ai clienti il prodotto più adatto per la loro mobilità. Dobbiamo far cambiare pelle ai nostri collaboratori perché c’è il rischio che il vecchio venditore di fronte all’impossibilità di condurre una trattativa perché tutto è già stabilito dalla casa madre, si senta svilito nella sua professionalità. Quindi nel ringiovanire la nostra forza commerciale dobbiamo pensare anche a dei profili diversi. Oggi chi consiglia un’auto al cliente non può più essere il vecchio venditore. Ci vogliono forze nuove per spiegare le auto. Ma per noi imprenditori il futuro non è mai stato un pericolo”.
Oggi la trasformazione è così veloce che si potrebbe passare dall’acquisto al noleggio per evitare il rischio di ritrovarsi tra due anni con un’auto già tecnologicamente superata per via della batteria. “Il cliente chiede percorrenze diverse con le auto elettriche. Sappiamo che nel giro di pochi anni un’auto oggi al top potrebbe essere superata da una con più autonomia… io credo che dovremo arrivare ad avere auto elettriche più accessibili e anche meno grandi, perfette per l’uso in città. Credo che la trasformazione ecologica debba essere più democratica. Abbiamo un parco auto che è passato dagli 8 anni e mezzo di vita del 2012 ai 12 anni e rotti dimostrando che la politica degli incentivi non ha funzionato”. Un messaggio chiaro.