Quella che doveva essere la Milano, è un’auto con il cuore italiano Maneggevole e divertente nella versione elettrica da 280 cavalli Deve conquistare nuovi alfisti per finanziare i progetti futuri del brand
Chiamatela Milano, anche se adesso è Junior. Chiamatela pure come volete, ma sappiate che in versione Veloce è una vera Alfa. Ha il cuore elettrico, ma lo ha sportivo. Non per l’accelerazione che è normale per un’elettrica (0-100 in 5”9), ma per l’handling al volante, mentre la controlli guardando il cruscotto a cannocchiale che ti fa sentire subito alfista. Quando la rivedi sotto il sole fa tutto un altro effetto. L’Alfa Junior che avevamo conosciuto come Milano, sotto i riflettori della sede dell’Ac Milano, è molto più interessante se vista dal vivo con la luce giusta. Balocco, il centro prove di Stellantis, è pieno di Junior. Rosse, Nere, Bianche. Non ancora omologate perché questa è la versione Veloce, la più cattiva di quelle in arrivo sulla più piccola delle Alfa Romeo sul mercato. Perché la prima cosa di cui tenere conto quando parliamo di quest’ultima Alfa è che si tratta di una entry level, di un’auto che va a sostituire la Mito. E se avete presente la Mito capirete a prima vista che qui stiamo giocando in un altro campionato. Alfa Romeo Junior è lunga 417 cm e larga 178 con un raggio di sterzata di 10,5 metri, non è una sportiva, ma un cross over sportivo con una faccia intrigante, un profilo filante e una coda tronca che dà da pensare, ma che poi a ben vedere ha un suo perché (anche aerodinamico). “Ci eravamo dati un target ambizioso. Volevamo fare una macchina che fosse la più divertente della categoria, definendo di fatto la categoria perché un’altra vettura così non c’è nel segmento”, racconta Daniel Guzzafame, il responsabile di prodotto del brand.
Alfa Junior Veloce ha sotto il vestito un motore elettrico in grado di sviluppare 280 cavalli (contro i 156 della versione elettrica base che ci raccontano essere comunque divertente, con la spinta giusta) e pesa solo 1590, chili presentandosi come la più leggera del segmento con 200 chili in meno di auto decisamente più sportive della stessa categoria. I numeri sono invitanti, come le parole di Eligio Catarinella, Daniel Guzzafame e Domenico Bagnasco che la presentano. “Alfa Junior è la nostra ricetta per tornare nel segmento dei 4 metri. In un formato compatto abbiamo racchiuso la nostra anima sportiva e il nostro spirito audace e sfidante”. È una piccola Alfa con una grande sfida davanti riassumibile in tre obiettivi: “essere un’auto da guidare tutti i giorni, la prima auto per i giovani o la seconda auto di famiglia; essere un veicolo molto efficiente perché deve incarnare il concetto di sportività del 21° secolo e ovviamente offrire quel divertimento di guida tipico di ogni Alfa Romeo”.
Alfa Junior si presenta bene. Ha qualche richiamo al passato, ma è soprattutto un’auto che guarda al futuro. E’ la prima Alfa Romeo elettrica, ma anche un’auto di transizione visto che si è giustamente deciso di offrire anche la versione termica versioni agli alfisti vecchi e nuovi. Il popolo Alfa non è facile da convincere, ma va anche riconosciuto che oggi sarebbe folle puntare solo sugli alfisti di ieri. C’è bisogno di attirare gli alfisti di domani e Junior (ma quanto era più bello Milano, accidenti al ministro Urso) sembra avere le carte in regola. “Non abbiamo lavorato per l’alfista puro, ma abbiamo spinto, cercando comunque di rispettare l’heritage.
Junior ha un frontale più carico e forte che segna una voglia di cambiamento, una fiancata atletica e dinamica per rappresentare la sportività e la velocità e una coda tronca che richiama la storia e si chiude in maniera pura con la sua funzione aereodinamica”, racconta Giovanni Ribotta, responsabile del design di Junior, una matita cresciuta alla scuola di Lorenzo Ramaciotti.
E allora eccoci a Balocco, sul circuito delle Langhe, più di cento curve distribuite lungo una ventina di chilometri che riproducono un percorso misto collinare davvero molto divertente. È su questo circuito e sulla pista Alfa Romeolì accanto che Domenico Bagnasco e la sua squadra hanno lavorato alla messa a punto della Junior Veloce regalandoci una macchina che primadi tutto è un’Alfa Romeo. Ci restituisce una parte di quelle sensazioni provate con la Giulia Quadrifoglio e ci fa dimenticare la delusione provata con la Tonale, un’Alfa nata con un’altra missione. Alfa Junior Veloce ha invece un obbligo: farci capire che anche con un motore elettrico possiamo divertirci a guidare un’Alfa. E regalarci un sorriso. Beh, Alfa Junior fa un bell’effetto. E’ agile, compatta, la coppia giusta arriva al momento giusto, e anche sulla pista Alfa Romeo, mantiene le promesse sulle curve veloci e alla chicane che ricorda il Bus Stop di Spa. La macchina è stabile, rollio e beccheggio sono ridotti al massimo. Te la senti addosso e ti lascia la voglia di spingere. “Non una vettura che urla, ma parla il linguaggio del divertimento. Una vettura che deve portare a bordo alfisti vecchi e nuovi”, aggiunge Guzzafame, sottolineandone un altro aspetto: “E’ un’auto unica come guida, ma anche come stile in un segmento dove le concorrenti sono tutte un po’ uguali. Qui non puoi togliere i loghi e mettere quelli di un altro brand. Questa è un’Alfa da un punto di vista estetico e di piacere di guida”. Non storcete il naso voi che la vedete in fotografia. Provatela, cambierete idea.
In versione Veloce con ruote da 20 pollici, fa un certo effetto. Anche il prezzo però non è banale: 48.500 euro. Sono comunque già aperti gli ordini per le due versioni “più tranquille”, l’ibrida, equipaggiata dal 1.2 tre cilindri benzina da 136 Cv e 230 Nm di coppia, cambio automatico eDct6 e consumi dichiarati di 19,2 km/l, parte da 29.900 euro, mentre la prima delle edizioni elettriche, quella da 156 Cv, parte da 39.500 euro. Èun’Alfa da esportazione che arriverà su 26 mercati. Una vettura globale con un compito imprescindibile: fare cassa per permettere ad Alfa Romeo di proseguire con i suoi sogni. L’anno prossimo arriverà la nuova Stelvio (“Siamo partiti da un foglio bianco”), poi toccherà a Giulia. Ma tutto o quasi è nelle mani della Junior. Se avrà successo, Alfa avrà un futuro.