Una volta si trattava solo di vecchie automobili. Strappate allo sfasciacarrozze. A volte da un appassionato, a volte da un ragazzo. Con poca spesa e tanta resa si evitava un “delitto” e si comprava a due lire un vecchio Duetto gibollato con tantissimi chilometri che sembrava pronto per la rottamazione. Ecco che dopo averlo rimesso in strada con ore di passione e olio di gomito ci si poteva sedere alla guida di una “vera” auto sportiva. Stessa storia con le Mini Cooper, i Defender e perché no anche le vecchie Porsche fine ’70 inizio ‘80. Noi c’eravamo e lo possiamo dire con certezza. Difficilmente uno di questi mezzi arrivava a costare come una Volkswagen Golf nuova. Ecco allora la magia fatta di sogni a basso prezzo che resuscitavano grazie all’amore degli appassionati.
Poi gli anni sono passati e le vecchie carrette hanno cambiato nome e… prezzo. Vediamo di fare chiarezza. Le auto “storiche” secondo il codice della strada sono veicoli iscritti al Pubblico Registro Automobilistico –PRA– che hanno almeno 20 anni e sono considerate “d’interesse storico e collezionistico”. Le auto “d’epoca” invece per il codice della strada sono veicoli sempre con almeno vent’anni sulle spalle ma cancellati al PRA e destinati alla conservazione in musei o locali pubblici e privati. Le cose cambiano secondo la Fédération International des Véhicules Anciens (FIVA). L’organizzazione internazionale che associa i club storici delle singole nazioni. In Italia l’autorità nazionale è l’A.S.I. –Automotoclub Storico italiano-. In questo caso il criterio è puramente anagrafico e la suddivisione è fatta in due categorie. Il veicolo “storico” che deve avere almeno trent’anni ed essere preservato e mantenuto in corretto stato di storicità e non utilizzato come mezzo di trasporto quotidiano. E poi il veicolo “youngtimer” che ha un’età compresa tra 20 e 29 anni e deve sempre essere preservato in buone condizioni e non utilizzato quotidianamente. Ma va detto che comunemente si definisce “youngtimer” un’automobile con età di circa 15-20 anni e che genera un interesse storico collezionistico.
Come detto comprare una “vecchia” auto non è più a buon mercato, anzi. Parlando di soldi ecco che i titoli di giornali specializzati del tipo “le 10 auto d’epoca su cui investire nel 2021” abbondano. Se da una parte è certo che fanno vendere più copie dall’altra è altrettanto certo che nessuno vi garantirà nessun guadagno. E neppure di riprendere l’investimento fatto. Anzi. Oggi il mercato sembra essere in preda a una bolla speculativa. Soprattutto le youngtimer costano come se fossero nuove o poco ci manca. Molti pensano di poter guadagnare con la propria vecchia auto e altri pensano di poter investire per poi avere facili guadagni. In realtà si vendono quasi esclusivamente le auto inserzionate al prezzo giusto mentre le altre restano per mesi invendute a far bella mostra di se sulle pagine dei siti internet. Ma perché? Il tema è scomodo. La domanda è: queste auto potranno ancora circolare in futuro? Va detto che il futuro in alcuni casi è già oggi. Pochi comprerebbero un’automobile sapendo poi di non poterla mai o quasi mai utilizzare. Un argomento scottante sono proprio i blocchi del traffico. Possono circolare oppure no? E quando? Per quanto riguarda le “vecchie” auto ci vorrebbe senz’altro più chiarezza da parte delle istituzioni. Si tratta di un patrimonio a quattro ruote di un valore inestimabile che di fronte a un blocco della godibilità da parte dei proprietari potrebbe prendere velocemente la strada verso l’estero. Molte sono già partite e non torneranno più. Ecco perché a maggior ragione il settore va regolamentato bene, uniformemente e al più presto.
Oggi ogni città ha le sue regole e non va bene per nulla.