Il presidente Mattarella all’inaugurazione dell’impianto di Maranello Energia, evoluzione e ambiente per garantire maggior flessibilità
Dalla vittoria a Montecarlo in Formula 1 a quella di Le Mans in tre settimane: non tutti possono lustrarsi il blasone con i successi sportivi come la Ferrari. Ma le corse, sebbene parte del Dna dell’azienda sin dai tempi del fondatore, sono solo una delle anime del Cavallino, che ieri come oggi (“non bisogna mai addormentarsi” ammonisce l’ad Benedetto Vigna”) costruisce le straordinarie auto stradali che tutti conoscono, molti sognano, qualcuno possiede. Per questo, passeggiando all’interno della sede di Maranello, da piazza Giovanni Agnelli a piazza Michael Schumacher, incrociando via Kimi Raikkonen e via Jody Scheckter ci si imbatte nel nuovo e-building, stabilimento definito come archetipo dell’industria 5.0, passo che sposta in avanti il più noto concetto di 4.0 perché coinvolge maggiormente l’elemento umano. A inaugurarlo è arrivato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ed è stato accolto dal presidente John Elkann. Nel reparto delle “classiche” (dove sono custodite e restaurate alcune delle Ferrari più costose a pregiate al mondo) Mattarella ha potuto vedere una splendida Ferrari 500 TRC del ’57 che praticamente ha vissuto tutta la sua vita sportiva in Sicilia: un omaggio alle origine palermitane del presidente. Nel corso della cerimonia, Mattarella ha ricevuto da un un gruppo di operai una lampada realizza da loro stessi con pezzi di motori Ferrari. “Un bellissimo oggetto – ha detto -. Uno splendido design”.
L’e-building è un punto di svolta nella strategia di crescita di Maranello. Non già per aumentare i volumi di produzione e vendita (su questo sono stati tutti molto chiari, a cominciare da Vigna), ma per garantire a tecnici, progettisti e designer una maggiore flessibilità, così da accompagnare il cammino dei clienti Ferrari in un futuro che per il settore automotive (luxury incluse) è ancora incerto. La Ferrari intende continuare a lavorare sui motori a combustione e sulle proposte ibride, mentre nel 2026 arriverà la prima Ferrari completamente elettrica. L’e-building è uno strumento per fare di più e meglio.
Il presidente Elkann, nell’introdurre la giornata ha inquadrato la portata del progetto: “La “e” di e-building ha tre significati: energia, evoluzione e ambiente (environment in inglese, ndr). Energia perché ci permette di implementare la strategia di crescita sui nostri prodotti multienergia; evoluzione perché ci garantisce flessibilità in termini di capacità tecnologica e costruttiva; ambiente perché è un passo decisivo sulla strada della neutralità carbonica. La nostra strategia prosegue su tutti e tre i powertrain che abbiamo al momento, che definiamo con tre colori: rosso, che rappresenta i motori a combustione interna; blu, che rappresenta i sistemi ibridi; verde che rappresenta il full electric. Una strategia che vuole dare al nostro cliente la massima libertà di scelta”. Concetti ripetuti da Vigna: “Riceviamo richieste continue di clienti che vogliono un modello elettrico, già ferraristi o che lo diventeranno. Ma noi siamo neutrali dal punto di vista tecnologico: offriremo tutte le opzioni”. Ancora Elkann: “Investire sul nostro territorio è essenziale per prepararci con fiducia al futuro dell’azienda, confermando il nostro impegno per l’eccellenza italiana e per il nostro paese”.
Il nuovo impianto (investimento da 200 milioni di euro, estensione su 42 mila metri quadrati) è stato firmato da MCA (Mario Cucinella Architects) in sinergia con la stessa Ferrari, che si è sempre avvalsa dell’opera di famosi architetti: da Renzo Piano a Jean Nouvel a Marco Visconti a Massimiliano Fuksas. Quel che colpisce è la luce naturale, che arriva a ogni piano attraverso grandi vetrate, nonché la sensazione di spazio. E ovunque, secondo ricetta collaudata in Ferrari, ci sono “macchie” di verde naturale, piante ornamentali disposte come fossero piccoli giardini interni. L’altezza del fabbricato è di 25 metri, per essere in armonia con il paesaggio circostante. Un fatto significativo è che non ci sia stato consumo di suolo, perché è stata riqualificata una superficie di oltre 100 mila metri quadrati (in precedenza occupata da fabbricati obsoleti o dismessi), realizzando l’opera con attenzione alla viabilità, separando i percorsi veicolari da quelli pedonali e disegnando una pista ciclabile collegata alla rete cittadina. Di notte, l’illuminazione serve a diffondere luce nella aree circostanti.
Sebbene le tre “e” abbiano ciascuna un significato peculiare, è difficile non associarle all’idea di ecostenibilità in generale. Anche se, in questo caso, il discorso si deve allargare a tutto il sito di produzione Ferrari. L’edificio, che vuole raggiungere i massimi livelli di prestazione energetica, è alimentato (non unica fonte, sarebbe impossibile) da più di 3.000 pannelli solari da 1,3 MW installati sul tetto. Con lo spegnimento dell’attuale impianto di trigenerazione energetica previsto entro fine dell’anno (“Non bruceremo più gas per produrre elettricità, riscaldamento e raffreddamento” ha puntualizzato Vigna), il palazzo sarà interamente alimentato da energia rinnovabile, generata da fonti sia interne sia esterne con garanzia di origine. Vigna è stato chiaro, al riguardo: “Alla Ferrari non si fanno operazioni di greenwashing, l’origine dell’energia che porteremo dalla rete sarà certificata in accordo con i nostri fornitori”. Sono state anche adottate diverse soluzioni per il riutilizzo dell’energia e dell’acqua piovana nel ciclo produttivo. Per esempio, oltre il 60% dell’energia utilizzata per i test delle batterie e dei motori sarà recuperata tramite degli accumulatori e reindirizzata verso nuovi processi.
L’e-building ha una naturale vocazione alla produzione di auto elettriche, qui verranno prodotti i componenti strategici, quelli che costituiscono la differenza tra una Ferrari e un’altra auto: batterie ad alto voltaggio, assali e motori elettrici. E tuttavia, come è stato ripetuto più e più volte (Vigna ha spesso messo l’accento su questo aspetto) non è “lo stabilimento delle Ferrari elettriche”, ma un impianto dove saranno costruite tutte le Ferrari, razionalizzando l’uso degli spazi e permettendo di spingere sulla personalizzazione delle auto, un’area che incontra grande favore tra i clienti e che garantisce margini più alti all’azienda: “Non più volumi – ha riassunto Vigna – ma più valore”.
Una chicca finale per capire meglio quanto è avveniristico l’ebuilding: al suo interno opererà il cosiddetto gemello digitale; vuole dire che accanto ai robot che già conformano il loro comportamento sulle esigenze dell’operatore c’è ora questo “digital twin” che crea una replica digitale di prodotti e processi, così da poter intervenire in ogni momento su quelli fisici e migliorarli. Appunto, industria 5.0.