Maserati ha deciso di entrare nel futuro partendo dal passato. La prima vettura elettrica della casa del Tridente non poteva che essere una GranTurismo, un modello iconico, un modo di intendere l’auto inventato proprio da queste parti 75 anni fa’ con la con la Maserati A6 1500, un modello dallo spirito rivoluzionario, capostipite di una tipologia di auto che prima non esisteva. Granturismo in fin dei conti è uno stile di vita: una vettura ad alte prestazioni, adatta alle lunghe percorrenze e viaggi confortevoli. È quello che si trova salendo a bordo delle nuove GranTurismo della casa, eredi di quelle firmate da Pininfarina nel 2007. Oggi però GranTurismo entra nel futuro perché, accanto alle versioni motorizzate con il già mitico V6 Nettuno apparso per la prima volta sulla MC20, ecco apparire, neppure tanto silenziosa, la versione Folgore, la prima full electric di Maserati che non vuole essere un’auto elettrica, vuole essere una Maserati. Per farci apprezzare lo sforzo ci hanno fatto provare sulle colline attorno a Modena prima una GranTurismo versione Trofeo dotata del 3.0 litri V6 Nettuno Twin Turbo portato a 550 cavalli e poi la versione elettrica, spinta da tre motori elettrici da 300kW (che portano la potenza installata ad oltre 1200 CV) alimentati da una batteria ad 800V che permette di raggiungere una potenza massima erogabile alle ruote di oltre 760 CV.
Le due vetture sono identiche. Due sculture in alluminio. Il progetto GranTurismo nasce per installare sulla stessa vettura o Nettuno o i tre motori elettrici, così da avere una completa elasticità sulla linea di montaggio a seconda delle richieste dei clienti (la produzione di Folgore comincerà dopo l’estate). Sono belle allo stesso modo perché la linea della GranTurismo nella sua classicità è armonica. È un’auto che nasce oggi per piacere ancora tra cent’anni. Un’auto che non invecchia. Si sono mantenute le proporzioni classiche delle vetture della Casa, con il cofano lungo che qui chiamano cofango ed è uno straordinario pezzo unico (sulla Folgore però non si può aprire) e il corpo centrale intersecato dai quattro parafanghi ben visibili anche dal posto guida che aggiungono carattere senza cadere nell’eccesso. La linea del tetto, invece, scende in modo dinamico a sottolineare la curva del montante sul quale è presente l’iconico logo del Tridente. Lascia posto anche ai passeggeri sui sedili posteriori, però occhio che se chi guida è alto sul metro e novanta dietro lo spazio per le gambe sparisce. Linee accattivanti, interni in perfetto mood Maserati. L’eleganza si tocca con mano e l’infotainment ereditato dalla Grecale è di livello. Unico neo forse i tasti che comandano le marce, sono sistemati tra i due schermi centrali, non vai a cercarli lì immediatamente.
La GranTurismo rispetta il primo requisito: garantisce viaggi confortevoli. Non resta che testare le prestazioni tenendo presente che la versione elettrica pesa 450 chili in più, passando dal 1795 ai 2260 chili. La magia dei tecnici Maserati è quella di esser riusciti a far sparire quel sovrappeso abbondante. Il comportamento della Folgore salendo sulle strade che portano all’Abetone è lo stesso della versione spinta dal mitico Nettuno. La potenza dei tre motori elettrici (all wheel drive è permanente in entrambe le versioni) non garantisce solo il classico scatto iniziale con lo 0-100 in 2”7, permette anche una guidabilità totale e divertente in ogni condizione senza far pesare sul volante del guidatore i 450 chili in eccesso. Folgore però non viaggia in silenzio. È un’auto elettrica con un sound che non disturba come quello di qualche altro costruttore. “Le dinamiche sonore naturali dei motori elettrici pilotati dagli inverter sono state plasmate ed integrate digitalmente con i contributi sonori tipici estratti dal sound della tradizione V8 a firma Maserati”, raccontano i tecnici. Quando posizioni il manettino in modalità Sport (in modalità GT si ha solo l’80% della potenza), il sound o silence di Folgore si fa sentire tutto.
“Volevamo fare una vera Maserati anche nella versione Folgore spiega Davide Danesin, il responsabile del progetto GranTurismo. Operazione perfettamente riuscita. “Siamo partiti nel 2017 a pensare e immaginare questa vettura – racconta – non abbiamo preso a riferimento null’altro, siamo partiti da un foglio bianco. Sono passati cinque anni dalle prime suggestioni. Ed ora eccola qui”. A Modena ne sono orgogliosi.