MBUX. C’è tanto rumore intorno a questa sigla. Perché quando si presenta a livello Mondiale un’innovazione o ancor meglio una rivoluzione, l’opinione si spacca sempre…e più è netta questa distinzione più è significativo il passo in avanti.
Bisogna ammettere che l’MBUX Hyperscreen, svelato al CES di Las Vegas, si presenta come un grosso salto nel futuro. Visivamente impressionante: un grande e unico schermo curvo che si estende in lunghezza da montante a montante e rappresenta l’intelligenza emotiva dell’ammiraglia full electric di Mercedes, dotato di intelligenza artificiale, con un software in grado di apprendere e che si adatta completamente all’utente fornendo suggerimenti personalizzati per funzioni come l’infotainment, il comfort e specifiche per il veicolo.
Facile immaginare che i sostenitori della tecnologia possano stravedere per un sistema del genere, così intelligente da leggere i loro gusti e addirittura anticiparli. Dall’altra parte i più tradizionalisti lanciano le più aspre critiche difronte ad una tecnologia che li prende in contropiede e si erige ad un livello più alto dell’utente stesso. O più banalmente alcune persone si distaccano preventivamente dicendo: “se avessi voluto comprare un tablet gigante o uno smartphone sarei andato al negozio di telefonia, ma io voglio comprare una vettura per guidarla, non un megaschermo”.
Approfondiamo ulteriormente le caratteristiche di questo MBUX, in modo da capirne tutte le potenzialità. Con l’Hyperscreen MBUX diversi display si uniscono con il risultato di un’impressionante banda dello schermo di 141cm, un vetro curvo tridimensionale con una visione senza distorsioni e con una luminosità dello schermo che si adatta alle condizioni ambientali. Bocchette di areazione analogiche sono integrate in questa ampia superficie digitale e fungono da collegamento fra un mondo digitale e quello fisico.
Sajjad Khan, membro del consiglio di amministrazione di Mercedes- Benz AG e CTO, afferma che “l’MBUX Hyperscreen è sia il cervello che il sistema nervoso dell’auto, conosce progressivamente meglio il cliente e offre un’offerta di infotainment e funzionamento personalizzata su misura prima ancora che l’occupante faccia clic o inizi a scorrere ovunque”.
Grazie al cosiddetto ‘zero layer’ (livello zero) l’utente non deve scorrere sottomenu o impartire comandi vocali. Le applicazioni più importanti sono sempre disponibili contestualmente al livello più alto in vista. Il Chief Design Office di Daimler Group, Gorden Wagener, sottolinea “con il nostro MBUX Hyperscreen una visione progettuale diventa realtà. Uniamo la tecnologia al design in modo affascinante che offre al cliente una facilità d’uso senza precedenti” ed è circondato da un telaio frontale in plastica continua. La sua parte visibile è dipinta attraverso un elaborato processo a tre strati. Questo sistema di rivestimento raggiunge un’impressione superficiale di qualità elevata, grazie a strati intermedi particolarmente sottili. L’illuminazione ambientale integrata installata nella parte inferiore dell’Hyperscreen MBUX dà l’impressione che il display galleggi sul quadro strumenti. Anche il passeggero ha il proprio display e un’area operativa dedicata, il che rende il viaggio più piacevole e divertente anche per chi non è impegnato al volante.
Anche considerazioni e critiche dei più scettici sono ben accette, ma chi si pone in totale disaccordo deve sempre ricordare di saper proporre una valida alternativa. Altrimenti si rischiano critiche fini a sé stesse, giusto per il piacere di contrapporsi andando contro corrente senza saper essere costruttivi. Il cambiamento è difficile da accettare soprattutto quando il passo è grande, ma se non ci fosse “coraggio” non ci sarebbe innovazione.